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3 apr 2010

GLI INDUSTRIALI BATTONO I BANCHIERI Ecco la mappa dei manager d'oro



Puri Negri al vertice con 14 milioni. Oltre i 4 milioni Tronchetti, Montezemolo, Marchionne, Profumo e Scaroni



MILANO — Carlo Puri Negri (ex vicepresidente esecutivo di Pirelli Re) con 14 milioni di euro, Claudio De Conto (ex direttore generale di Pirelli) con 7,3 milioni e Marco Tronchetti Provera (presidente di Pirelli) con 5,6 milioni. È questo il podio dei manager più pagati di Piazza Affari nel 2009, in base alle informazioni finora disponibili (alcune società quotate devono ancora comunicare i dati) sui compensi lordi. In due casi su tre vince l'«effetto liquidazione»: a Puri Negri sono andati 9,4 milioni come indennità per anticipata cessazione del mandato, in un anno in cui la società ha chiuso con un rosso di 104 milioni per lo «sboom» del mattone; e a De Conto 5 milioni circa come liquidazione corrispondente a circa tre annualità. Mentre a Tronchetti Provera una quota del compenso, circa 2 milioni, sarà versata in futuro in percentuale variabile, condizionata al raggiungimento di determinati obiettivi, sulla base del piano di incentivazione per i vertici.

Se, invece, si restringe il campo alle sole prime venti società a maggiore capitalizzazione, e ai loro presidenti e amministratori delegati, a svettare è Luca Cordero di Montezemolo, presidente Fiat (e Ferrari) con 5.177.000 euro. Segue Sergio Marchionne, amministratore delegato del gruppo torinese, a quota 4.782.000 euro. E, a ruota, Pier Francesco Guarguaglini, numero uno di Finmeccanica, con 4.712.000 euro. Sono questi i dati che emergono dalla lettura dei bilanci 2009 delle società quotate in Borsa. In classifica sono diversi gli «aumenti» concessi ai top manager. Sono, per esempio, in crescita rispetto all’anno precedente i pacchetti retributivi tanto di Montezemolo quanto di Marchionne. Per il primo, il grosso del compenso (4,5 milioni tra fisso e variabile) è dovuto alla carica in Ferrari. Per il secondo, a 3 milioni di emolumenti e 1,3 milioni di bonus e altri incentivi. E per tutti e due ci sono le somme accantonate nel 2009 dalle società, 824 mila euro per il primo e 961 mila euro per il secondo, in caso di interruzione del rapporto di collaborazione. Proprio tra pochi giorni, il 21 aprile, Fiat presenterà il piano industriale 2010-2014, molto atteso in un momento in cui il gruppo si trova di fronte alle opportunità dell’integrazione con Chrysler, ma anche all’addio agli incentivi per l’auto del 2009. Tornando alla classifica, gli aumenti di stipendio proseguono anche in alcune delle posizioni successive: dall’amministratore delegato di Unicredit Alessandro Profumo, con 4,3 milioni contro i 3,5 milioni del 2008 (e, in caso di licenziamento o di revoca senza giusta causa, il banchiere ha diritto a ricevere un’indennità pari a 36 mensilità) fino a Paolo Scaroni, alla guida dell’Eni, con quasi 4,3 milioni rispetto ai 3,1 milioni del 2008. Seguono Corrado Passera, consigliere delegato di Intesa, con 3,8 milioni (circa 3milioni nel 2008, quando la banca aveva dimezzato i bonus variabili) e Fedele Confalonieri di Mediaset (3,5 milioni). Ai compensi milionari 2009, l’anno della crisi, vanno poi aggiunti eventuali integrazioni per chi ricopre ruoli anche in altri gruppi. Senza contare i pacchetti di stock option.

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