Metti mi piace

24 mar 2009

Dal Mit... a Firenze


Paline e pensiline intelligenti
Dal Mit di Boston a Firenze
Il Mit di Boston studia Firenze: pensiline touchscreen, fermate Ataf intelligenti e non solo


DAL NOSTRO INVIATO A BOSTON — La tecnologia cambierà Firenze grazie a una partnership con il Senseable City Lab del MIT diretto da Carlo Ratti. E non soltanto con le paline Ataf intelligenti, che domani saranno capaci di dare tempi di attesi, informazioni turistiche e di servizio, grazie a collegamenti wi-fi, schermi touchscreen e cellule fotovoltaiche. E magari anche con un sistema di «roboscooter», pensato per piazza del Carmine, luogo di scambio tra auto e mezzi ecologici. Progetti partoriti delle menti del Mit di Boston, dove sono in visita il presidente della Provincia Matteo Renzi, i consiglieri Tondi e Marconcini, i dirigenti della Provincia e di Ataf, coinvolta nei progetti. Paline e roboscooter sono due degli esempi di quanto potrebbe essere contenuto nel «masterplan dell'innovazione» per Firenze, un lavoro, coordinato dalla «Fondazione per la ricerca e l'innovazione », ente partecipato dall'Università e dalla Provincia, e finanziato dalla Regione con duecentomila euro. Il resto lo spiega Federico Casalegno, direttore, dal 2000, del Mit Mobile experience Lab.

Avete fatto esperienze di «masterplan » simili in altre città, com'è andata?
«Stiamo lavorando sia con città, da Seoul a Lisbona, che con aziende. Abbiamo dato esempi di come nuove tecnologie possono partecipare a creare città sostenibili su trasporti, casa, lavoro e responsabilità individuale, combinando queste quattro aree per aiutare lo sviluppo. Ma abbiamo anche lavorato con la Ratp di Parigi: ci hanno chiesto di ripensare la mobilità urbana. Abbiamo dato risposte: alcune visionarie, altre più semp lici. Una è quella del “concierge” elettronico, una buona portinaia che sa tutto di tutti: hai bisogno di una baby sitter, di riparare la bicicletta? Ma se gli agenti dei trasporti pubblici potessero dare anche queste risposte, ci siamo domandati? È stato fatto: alcuni dipendenti della Ratp hanno un palmare, in particolare alla Defence, ti sanno aiutare orientandosi con banche dati».
Quali saranno i primi passi del lavoro su Firenze?
«Innanzitutto capire Firenze. Ci sono alcuni punti chiave: è fondamentale promuovere trasporti sostenibili, individuare sistemi innovativi, pensare a mezzi ecologici. Poi occorre individuare quali servizi fornire agli utenti nei sistemi pubblici. Ripetiamo lo stesso modello per le abitazioni, promuovendo edilizia sostenibile sia dal punto di vista dell'architettura che dell'uso delle risorse. C'è una cosa a cui sono particolarmente attento, è l'idea di sostenibilità sociale. Se la società civile non si appropria delle tecnologie, è impossibile iniettare il cambiamento sociale con la forza. A Trento stiamo costruendo un prototipo di casa sostenibile, con interfaccia tra casa e uomo, per far comprender i propri usi di energia: se sai che quanto e quando consumi, allora puoi agire in modo sostenibile. Un esempio banale, ma è la chiave di tutto».
Però Firenze è anche una città vecchia, per infrastrutture, edilizia, E il 25 per cento dei residenti sono over 65. Proporrete la tecnologia anche a loro?
«Non è un problema, intervenire con la tecnologia in una città vecchia. Non hai più bisogno di sbudellare le strade città per mettere cavi sottoterra e creare connettività: basta usare il wireless (senza fili). Gli anziani: ho lavorato a Blackbourogh, la città con più connettività al mondo. Dormivo in casa con i vecchietti di Blackbourogh. Sono rimasto assolutamente stupito: questo gruppo era il più avanzato di tutti sull'uso di tecnologie. Il "declic", la chiave di volta è stato far capire questa cosa alle istituzioni e trovare gli strumenti adeguati. Sono più spaventato su come si produce questo cambiamento culturale, che dal fatto che ci sia una generazione vecchia. E, tra le altre cose, hanno più tempo e più pazienza».
Ora partite con il «masterplan» per arrivare a dieci progetti concreti da proporre alla città.
«Firenze è una città fantastica per una possibile sperimentazione: la ricchezza culturale, la passione delle persone, anche sviluppata in forma critica, sono condizione importanti. Si tratta non di iniettare tecnologia, ma costruire insieme tra realtà sociali e innovazione».
corriere

Nessun commento: