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27 ago 2007

Banda larga e ...cella stretta!


Vi riporto un articolo interessante, divertente e che ci dà anche un piccolo avvertimento....tante volte volessimo farlo anche noi!

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Arrestato per furto di banda larga
Succede in Gran Bretagna: un uomo sfrutta una connessione wireless altrui e la polizia lo porta in carcere

LONDRA – Se ne stava seduto su un muretto davanti a un’abitazione di Chiswick, distretto londinese, col suo Pc portatile sulle ginocchia. Navigava nell’internet, grazie a una connessione senza fili. Peccato che per quel servizio wireless, evidentemente non protetto da password, pagasse qualcun altro. Interrogato su cosa stesse facendo da due ausiliari della polizia di zona che passavano di lì, il 39enne ha ammesso di sfruttare una connessione altrui senza permesso. Ed è stato arrestato. Ha ottenuto la libertà provvisoria e sarà infine giudicato il prossimo ottobre in attesa di ulteriori indagini. COMMUNICATIONS ACT – Ottenere un accesso gratuito alla Rete, senza
autorizzazione, è illecito. Così prevede la normativa inglese, vale a dire il Communications Act del 2003. Si tratta altresì di una potenziale infrazione del Computer Misuse Act, legge approvata 17 anni or sono dal Parlamento britannico. Già lo scorso aprile la polizia inglese ha diffidato un uomo – su segnalazione di zelanti vicini – che si trovava chiuso in macchina col suo portatile, parcheggiato davanti a una casa di Redditch, nel Worcestershire, per sospetto furto di connessione. E prima ancora c’è stato un fermo a Londra nel 2005. «L’arresto vuole essere un deterrente per tutti coloro che pensano sia cosa accettabile usare illegalmente le connessioni a banda larga altrui», ha dichiarato il detective Mark Roberts, appartenente all’unità che la polizia londinese dedica appositamente ai crimini informatici.
DECRETO PISANU – In Itala, la materia è parzialmente regolata dal decreto Pisanu, che risale a due anni fa. L’articolo 7 del decreto, valido fino alla fine di quest’anno, prevede che i gestori di internet point debbano chiedere i documenti ai clienti e
conservare traccia della loro attività in rete. Il che equivale a dire che o si naviga attraverso una connessione propria, dunque previa contratto con un provider (a cui si forniscono i dati anagrafici), oppure, se lo si fa attraverso la connessione messa a disposizione da un terzo – nel caso un internet point – è necessario registrare preventivamente i propri dati per farlo. Inutile dire che la materia è nuova e il tutto è passibile di interpretazione.

Simona Campanella
23 agosto 2007

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