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12 dic 2010

La tollerante Svezia nell'incubo del terrorismo religioso

La Svezia piomba nell'incubo del terrorismo di matrice religiosa. I servizi di sicurezza del Paese (Sapo) potrebbero aver identificato l'uomo che si è fatto esplodere nel centro di Stoccolma: Taimour Al Abdaly, 29 anni, originario di Baghdad. Si fa sempre più reale dunque l'ipotesi che ci sia la mano del terrorismo islamico dietro la doppia esplosione che ieri sera nel centro della città svedese ha provocato una vittima e due feriti (ma le conseguenze sarebbero potute essere «catastrofiche», ammettono gli inquirenti, considerato che le zone interessate dalle due deflagrazioni erano affollate per lo shopping natalizio). La conferma della pista seguita è stata confermata da Anders Thornberg, capo del Dipartimento responsabile della sicurezza. L'alto funzionario ha comunque spiegato che non è stato alzato il livello di allerta antiterrorismo: «Se si tratta di un attentato suicida, è una cosa nuova in Svezia».

Il primo ministro svedese, Fredrik Reinfeldt, ha messo in guardia contro conclusioni troppo affrettate sulle origini dell'attacco: «È inaccettabile perché la Svezia è un Paese in cui la società è aperta e ha dimostrato la volontà di vedere le persone di confessioni e dal passato diversi vivere una accanto all'altro, una società dove la democrazia funziona bene».
Le autorità intanto non hanno fornito l'identità del kamikaze in quanto devono essere ancora avvertiti i parenti. Il ministro degli Esteri svedese, Carl Bildt, ha confermato che l'attentato ha provocato solo una vittima; i due feriti sono dei passanti, le loro condizioni non sono gravi.

Il profilo su Facebook di Al Abdaly, rivela il «Mail on Sunday», indica che l'uomo si era laureato in Gran Bretagna. Sulla sua bacheca sono presenti molti post, con video sulla prigione di Guantanamo, la guerra in Cecenia e quella in Iraq. Secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, l'uomo viveva a Tranas, 200 km. da Stoccolma, ed era originario di Baghdad. Si è trasferito in Svezia nel 1992. Al vaglio degli inquirenti anche la rivendicazione. Pochi minuti prima della doppia esplosione l'agenzia di notizie TT ha ricevuto un messaggio che minacciava attentati per la presenza di truppe in Afghanistan. In particolare, sono stati inviati all'agenzia di stampa svedese due messaggi, in arabo e svedese, che mettevano in guardia da «azioni» non meglio precisate: «I nostri atti parleranno da soli», recitava il messaggio. «Adesso i tuoi figli, le tue figlie e le due sorelle moriranno come sta accadendo ai nostri fratelli, alle nostre sorelle e ai nostri bambini»; e le azioni punitive proseguiranno «fino a che non si fermi la guerra contro l'Islam, la delegittimazione del Profeta e il tuo stupido appoggio al porco Vilk (il vignettista svedese Lars Vilks, già nel mirino del fondamentalismo islamico per aver ritratto Maometto come un cane, ndr)»

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