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8 nov 2010

Bossi: Gianfranco non avrà il coraggio di rompere. Lo stato maggiore della Lega è ad Arcore

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Bossi e lo stato maggiore della Lega sono ad Arcore per un incontro con il premier. Per il Senatur il governo potrà andare avanti perché Gianfranco Fini, nonostante la risposta negativa al discorso di Silvio Berlusconi, «non avrà il coraggio di rompere» per «paura del voto». Parola di Umberto Bossi che del discorso del premier, dice: «Berlusconi mi è piaciuto». Per il leader della Lega «i finiani non possono fare altro che parlare, ma non avranno il coraggio di rompere, perché se rompi poi devi andare al voto. E loro hanno paura del voto: non solo loro, ma anche la sinistra».

Il Senatur ad Arcore. Umberto Bossi e i dirigenti della Lega Nord sono partiti per Arcore dopo che nella tarda mattinata il Senatur aveva riunito lo stato maggiore del Carroccio nella sede di via Bellerio per decidere la linea. All'incontro con il Cavaliere sono presenti il leader del Carroccio, Umberto Bossi, il ministro dell'Interno, Roberto Maroni e il ministro per la Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, i capigruppo alla Camera e al Senato, Marco Reguzzoni e Federico Bricolo, il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, e la vicepresidente del Senato, Rosi Mauro. Ed è giornata di incontri e contatti nel centrodestra, anche a Roma e Milano. In Campidoglio vertice fra Gianni Alemanno, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, ufficialmente sul Pdl di Roma e del Lazio. Altro incontro nel pomeriggio a Milano al quale partecipano, tra gli altri, Ignazio La Russa e Maria Stella Gelmini.

Il premier non ha intenzione di dimettersi. Anche in caso di ritiro della delegazione di Futuro e Libertà dal Governo dovrà essere il Parlamento a sancire la fine del Governo. Berlusconi non vuole restare col cerino in mano, e anche dopo l'affondo di Gianfranco Fini da Perugia rimanda la palla nel campo avverso. Mi votino contro in Parlamento, è l'unico modo per aprire una crisi, è la risposta del premier all'aut aut arrivato dalla convention futurista. Ancora: si dimetta lui, che è sempre più un capo fazione. E infine: presentino una mozione di sfiducia con il Pd e con Di Pietro, boccino la Finanziaria. Questo lo sfogo del Cavaliere dopo il discorso di Perugia.

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