Bossi: "Fini alla Camera? E' un problema"
E Berlusconi: no a un nuovo predellino
Il Senatùr sullo scontro premier-Fini: «Io sono per la mediazione ma la gente del Nord è arrabbiatissima»
Umberto Bossi e Gianfranco fini in una foto d'archivio (Emblema) |
LO SCENARIO - Il ministro delle Riforme, dunque, non fa marcia indietro e non attenua i toni rispetto alle dichiarazioni diffuse in mattinata dalle pagine della Padania, il quotidiano dei Lumbard. Nel corso delle quali aveva parlato di un «crollo verticale del governo», senza fare mistero delle sue perplessità circa la buona tenuta dell'alleanza Pdl-Lega. Contemporaneamente, Silvio Berlusconi aveva approfittato di uno scambio di battute con un fotografo per spiegare che non ci sarà un nuovo predellino, perché «certe cose non si ripetono mai». Stati d'animo diversi all'interno della maggioranza, all'indomani dell'infuocata direzione del Pdl, teatro dello scontro diretto in pubblico tra il premier e Gianfranco Fini. Berlusconi e Bossi si sono incontrati in giornata al termine del Consiglio dei ministri. Dopo, il premier si è riunito anche con i ministri Pdl, fra cui La Russa e Ronchi.
L'AFFONDO DEL SENATÙR - Alle pagine della Padania il Senatùr affida un vero e proprio affondo nei confronti del presidente della Camera (oltre che un avvertimento al capo del governo) «Siamo davanti a un crollo verticale del governo e probabilmente di un'alleanza, quella di Pdl e Lega» tuona il Senatùr, apostrofando il leader di Montecitorio come «invidioso e rancoroso per le nostre ripetute vittorie». «Io sono per la mediazione, certo, ma la gente del Nord, i leghisti, sono arrabbiatissimi, è un vero bombardamento di persone che non ne possono più di rinvii e tentennamenti» precisa poi il numero uno del Carroccio all'Ansa. «Noi vogliamo fare le riforme, i miei vogliono le riforme» aggiunge il Senatùr «e io devo interpretare le richieste della base, della gente che è stufa». «Non vogliamo - spiega - gettare benzina sul fuoco ma la gente del Nord è stufa marcia, basta ascoltare quel che dice la gente per strada o alla radio. Riforme subito!». «Diciamo che il meccanismo del federalismo resta in piedi. Ma deve essere fatto subito» aggiunge il ministro leghista interpellato a proposito delle sue affermazione sulla possibile fine dell'alleanza Lega-Pdl.
IL PREMIER E IL PREDELLINO - Il predellino invece da cui trae spunto Berlusconi è quello, vero, del Suv della Uaz che il premier ha acquistato per una scommessa con Vladimir Putin e che gli è stato consegnato a Palazzo Chigi («l'ho regalato a La Russa). Ma c'è anche il predellino "virtuale", quello dal quale nacque il Pdl. Bella occasione per una battuta del premier. «Vedo che c'è un meraviglioso predellino», ha detto riferendosi al fiammante 4x4 punzonato con il numero 001 in suo onore. A quel punto uno dei fotografi presenti gli ha chiesto di salirci sopra per uno scatto. Ma Berlusconi, scherzando, ha risposto: «No, no, certe cose non si ripetono mai: buona la prima».
«FINI VECCHIO GATTOPARDO DC» - Nell'intervista alla Padania, Bossi non ha certo usato mezzi termini nel parlare di Fini, accusandolo di aver «rinnegato il patto iniziale» e di non aver fatto altro «che cercare di erodere in continuazione ciò che avevamo costruito». Per il capo della Lega, il presidente della Camera è «un vecchio gattopardo democristiano» che «finge di costruire, per demolire e non muovere nulla». «In questo modo ha aiutato la sinistra - incalza il numero uno del Carroccio - , è pazzesco. Anzi, penso che sarà proprio la sinistra a vincere le prossime elezioni, grazie a lui». Per Bossi «Fini è palesemente contro il popolo del Nord, a favore di quello meridionale», è «contro il nord e il federalismo. Per il centralismo dello Stato e il meridionalismo». E ancora «Berlusconi avrebbe dovuto sbatterlo fuori subito senza tentennamenti invece di portarlo in tv dandogli voce e rilievo».
LA ROTTA PER IL FUTURO - Bossi quindi traccia la rotta per il futuro: «Finita la stagione del federalismo, un concetto abbandonato, dobbiamo iniziare una nuova stagione, un nuovo cammino del popolo padano. Purtroppo oggi non ha più senso parlare di federalismo alla nostra gente che potrebbe sentirsi tradita da ciò che non siamo riusciti a fare. Una nuova strada ci aspetta e sarà una strada stretta, faticosa, difficile ma che potrebbe regalarci enormi soddisfazioni». «Saremo soli - conclude il leader leghista - senza Berlusconi. La nostra gente non digerirà facilmente la mancata conquista del federalismo e noi Lega, dovremo comportarci di conseguenza. Berlusconi quindi diventerà il vero e unico baluardo anticomunista del Paese e prevedo che raccoglierà molti consensi».
Nessun commento:
Posta un commento