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24 apr 2010

Emergency querela Libero e Il Giornale

Emergency querela 'Libero' e 'Il Giornale'. Strada: ''Primo obiettivo riaprire ospedale''

Gino Strada (Adnkronos)  Gino Strada (Adnkronos)
ultimo aggiornamento: 23 aprile, ore 14:34
Milano - (Adnkronos/Ign) - Gino Strada ha annunciato l'intenzione di querelare i quotidiani per gli articoli scritti nei nove giorni di detenzione dei tre operatori della ong. Dall'Aira: "Siamo stati attaccati perché diamo fastidio, perché raccontiamo la guerra". Garatti: ''Ne siamo usciti a testa alta, puliti''. Procura Roma procede per calunnia contro accusatori dei 3 operatori

Milano, 23 apr. (Adnkronos/Ign) - Gino Strada ed Emergency hanno annunciato l'intenzione di querelare il quotidiano 'Libero' e 'Il Giornale' per gli articoli scritti nei nove giorni di detenzione dei tre operatori della ong in Afghanistan Matteo Pagani, Marco Garatti e Matteo Dell'Aira.

In particolare Strada ha citato i titoli riguardanti la presunta confessione dei tre operatori. "Adesso mi aspetto - ha detto Strada - un titolo a tutta pagina 'Liberi, sono innocenti' ma questo non succederà perché continueranno a fare il loro sporco mestiere. Questo vale per il giornalismo spazzatura per 'Il Giornale' e per quello 'mini spazzatura' di 'Libero'. I nostri tre operatori sono stati calunniati anche in Italia". "Il nostro primo obiettivo - ha poi annunciato - è riaprire l'ospedale di Lashkar-Gah".

Per Marco Garatti, "la cosa più importante era uscire a testa alta, uscire puliti e non attraverso soltanto una trattativa diplomatica, e ci siamo riusciti". Ma "leggere alcune cose che sono state scritte mi ha fatto più male che stare nove giorni in carcere. Chi ci ha calunniato, chi ha gettato fango su di noi deve pagare. Ovviamente - ha raccontato incontrando la stampa nella sede milanese di Emergency - abbiamo avuto paura, eravamo preoccupati per la nostra incolumità. In carcere ci hanno trattato con umanità ma non conoscere le accuse, non sapere cosa ci sarebbe accaduto, è evidente che crea una grande preoccupazione".

"Siamo stati attaccati perche diamo fastidio, perché raccontiamo la guerra", ha detto Matteo Dall'Aira.

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