Metti mi piace

24 apr 2010

Test d'italiano ai commercianti stranieri

Lega: esame di italiano agli stranieri intenzionati ad aprire negozi
Test di italiano per gli stranieri che vogliono aprire negozi
Il test per gli extracomunitari
in un emendamento
al decreto legge sugli incentivi
ROMA
Nuova offensiva della Lega sul fronte dell’immigrazione. Con un emendamento al decreto legge incentivi, all’esame della Camera, il Carroccio chiede che gli immigrati extracomunitari che vogliano aprire un negozio in Italia superino prima un test di lingua. Basta poi con le insegne multietniche, dicono i deputati leghisti, e spazio invece alle scritte in dialetto.

Occorrerà attendere la prossima settimana, quando vi sarà il vaglio di ammissibilità in Parlamento, per capire se le proposte hanno una chance di diventare legge ma intanto il Pdl fa sapere di apprezzarle definendole «sagge»: mostrano «intelligenza», commenta il vice presidente dei deputati piddielini Osvaldo Napoli. Pronte invece a stigmatizzare l’iniziativa le opposizioni: il Pd si dice convinto che non sia altro che una mossa politica per «battere un colpo» all’indomani dello scontro tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini in perfetto stile «leghista». Cioè, spiega il presidente dei senatori Democratici Anna Finocchiaro, «ricorrendo al cavallo di battaglia preferito: il razzismo contro i cittadini extracomunitari». Gli immigrati, osserva anche l’europarlamentare dell’Idv Luigi de Magistris, per il Carroccio sono «solo gente da sfruttare». Sono tutte «polemiche strumentali», è la replica della deputata della Lega e prima firmataria di molti degli emendamenti finiti sotto i riflettori Silvana Comaroli. In ballo infatti, è la tesi, c’è la salute dei cittadini dal momento che «è fondamentale che i proprietari dei negozi possano comprendere e quindi applicare le regole riguardanti la tutela dei consumatori».

Il pacchetto di emendamenti leghisti è comunque corposo e va tutto nella direzione della difesa dell’italianità e in particolare delle tradizioni locali arrivando a immaginare assunzioni circoscritte ai cittadini comunitari e la possibilità di chiedere quelle attività che mettono in pericolo la tipicità culturale e storica. Ma nelle oltre 500 proposte di modifica presentate dai parlamentari al dl incentivi c’è spazio anche per altro: si va dall’editoria al piano casa, dalla banda larga ai rifiuti. Tra i nodi infatti da sciogliere continua ad esserci quello dei rimborsi della tassa dei rifiuti: dal momento che i soldi in cassa sono pochi nè l’Esecutivo nè la maggioranza sembrano orientati a restituire un solo euro ai cittadini. Ma la strada da scegliere per venire a capo del rebus (sul quale è anche intervenuta la Corte costituzionale) non èancora chiara.

Da parte sua il governo ha formalizzato, al momento, esclusivamente una manciata di proposte di modifica: una punta a ripristinare l’indennizzo diretto per le Rc auto introducendo però ulteriori tutele a favore degli automobilisti, mentre una seconda taglia i tempi di installazione dei ripetitori Umts e quelli della fibra ottica via terra con l’obiettivo è di rendere meno costosa e quindi più facile l’accesso alla banda larga. Secondo quanto viene riferito da fonti parlamentari non è però escluso che l’Esecutivo presenti qualche altra novità: sul tavolo vi sarebbe ad esempio l’intenzione di estendere il 5Xmille alle Fondazioni.

Nessun commento: