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8 feb 2010
In arrivo i «conti correnti» presso supermercati e benzinai
Non sono dei conti correnti classici perché non daranno interessi sul denaro depositato. Sono "conti di pagamento" utili per rendere più fluidi gli esborsi ricorrenti o legati a consumi. Dall'altra parte non ci sarà una banca ma degli "istituti di pagamento" che potranno fare anche del credito, ma entro limiti fissati da Bankitalia e per operazioni finalizzate agli acquisti. Il prestito dovrebbe essere contenuto nei 12 mesi con la possibilità di andare oltre, se collegato a pagamenti con carte di credito. Le "quasi banche" dovranno essere iscritte a un apposito albo, dovranno separare tali attività dal proprio business caratteristico, avranno una separazione amministrativo- contabile rispetto a tutto il resto. Si sottoporranno alla Vigilanza di Bankitalia che potrà effettuare controlli, esaminare reclami e distribuire sanzioni.
Proprio l'istituto di via Nazionale, entro breve, dovrà rendere note le istruzioni operative. A quel punto, catene di supermercati o grandi utilities, operatori telefonici o società di trasporti o di distribuzione del carburante potranno studiare offerte ai propri clienti abbinate a un conto di pagamento. Che ha potenzialità ben maggiori delle fidelity card e non richiede la sponda esterna di una banca con relativi costi.
Saranno gli stessi soggetti commerciali a gestire le movimentazione in entrata e in uscita, creando concorrenza alle banche e fra loro. Così come vuole la direttiva Ue approvata nel novembre del 2007. Per l'Italia, che ha ancora il 90% delle transazioni in contanti, può essere l'occasione di una svolta. Un passaggio della "guerra al contante" che è sostenuta dalle banche e che ha numerosi vantaggi anche per la collettività (per esempio nel contrasto al riciclaggio di denaro).
Ma come funzionerà un conto di pagamento? In fase iniziale è un conto "prepagato" che potrà essere alimentato da denaro contante, accredito di stipendi, rimesse di denaro da altri paesi o da spostamento di fondi da altri conti correnti o carte. A quel punto il conto potrà essere utilizzato per pagare la spesa, utenze, sanzioni o abbonamenti. Potranno essere effettuati bonifici e quasi tutte le forme di pagamento.
Con quel conto di riferimento potranno essere attivati pagamenti contactless (senza inserimento della carta o digitazione del Pin) o con cellulare, oppure online e in tutte le forme che le tecnologie della finanza potranno offrire. Già ora con la possibilità di pagare bollette o sanzioni dal tabaccaio il cliente può disporre di interlocutori diversi da banche e uffici postali.
Per il consumatore il vantaggio dovrebbe essere un mix di costi minori e maggiore rapidità. Con una rendicontazione delle spese effettuate più facile, meglio raggruppabile o recuperabile in caso di contestazioni.
Soprattutto con una carta o un cellulare sarà possibile effettuare pagamenti di piccola entità, senza estrarre il portafogli o le monetine. Certo, quando partirà, il pressing sarà forte. Dal supermercato di fiducia o dalle Ferrovie dello Stato, o dalla tv digitale, potrà arrivare l'offerta di aprire un conto di pagamento per agevolare lo spostamento di flussi di denaro. C'è addirittura il rischio, se le aziende a contatto con il grande pubblico entreranno nelle attività di pagamento, che il cliente accetti di avviare più conti di pagamento. Con più documenti da tenere e con fin troppi numeri da memorizzare. Anche se con spese bassissime.
Per le aziende l'offerta di servizio di pagamento è un business complementare: serve per automatizzare la gestione dei pagamenti e degli incassi, riducendo la carta in circolazione e utilizzando molto più di prima il canale online. Dovrebbe favorire una crescita dei volumi attraverso i finanziamenti di breve termine e tutte le politiche di fidelizzazione che potranno transitare proprio sul conto. Il nuovo strumento sembra facilitare il contatto con una clientela giovane e non bancarizzata cui offrire uno strumento di base molto semplice. Infine l'introduzione di nuovi mezzi di pagamento può aprire l'azienda a nuovi mercati e nuovi prodotti.
Il via alla nuova fase delle quasi banche porta con sè anche una razionalizzazione di funzioni di intermediari già esistenti. Alcune società finanziarie ex articolo 106 e 107 del Testo unico bancario (cioè che svolgono attività di finanziamento, intermediazione o cambi) dovranno ridefinire la loro posizione e, con scadenze diverse entro il 31 gennaio 2011, dovranno precisare la volontà di iscrizione al nuovo albo delle istituzioni di pagamento. Entrando in un'area di operatività meglio regolamentata e più vigilata.
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