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10 feb 2010

"Il figlio più piccolo", storia di un immobliarista cialtrone e senza scrupoli


Presentato a Roma, interpretato da Christian De Sica. Accanto a lui Laura Morante e Luca Zingaretti
L'Italia dei furbetti del quartierino
Avati: "Racconto l'indecenza di oggi"
Il regista attacca: "Sono un moderato, ma ciò che ci circonda è troppo anche per me"
E Christian elogia Belen e arriva a mettere in dubbio il cinepattone: "Chissà se ci sarò..."



ROMA - Stavolta Pupi Avati cambia davvero registro. E col suo Il figlio più piccolo, dal 19 febbraio nelle sale, lascia le atmosfere passatiste o nostalgiche a favore di una vena più cinica, più cattiva. Per raccontare la desolante Italia di oggi: quella dei furbetti del quartierino, delle regole civili e morali che saltano, del gossip mediatico, dei cialtroni che arrivano (quasi) ai vertici del potere finanziario. E a incarnare tutto questo, un Christian De Sica che lascia la tranquilla tradizione cinepanettonica per misurarsi con un ruolo difficile. Un immobiliarista rampante e senza scrupoli: simbolo devastante del Belpaese attuale.

Ed è lo stesso regista, alla presentazione ufficiale della pellicola, a confermare questa chiave di lettura: "Il mio cinema non è mai stato di denuncia - spiega - ma il presente in questi ultimi anni è diventato davvero indecente, anche per una persona moderata come me. E non parlo solo della politica: la volgarità, la scorrettezza praticata con indifferenza totale, l'assioma che si è quel che si ha".

Tutte caratteristiche che ritroviamo nel personaggio principale: Luciano (Christian De Sica), finanziere rampante che 15 anni prima ha lasciato la super-ingenua e super-innamorata moglie (Laura Morante), con due figli piccoli a carico. Tre lustri più tardi, ai giorni nostri, la holding che ha costruito insieme al suo principale collaboratore (Luca Zingaretti) sta per franare, e anche la magistratura sta per incriminarlo: così, sempre consigliato dal suo stratega, decide di intestare tutte le bad company presenti nel gruppo al figlio ventunenne, che non vede da allora. Il ragazzo (Nicola Nocella, bella scoperta del Centro sperimentale di cinematografia), goffo nell'aspetto e ingenuo quanto la madre, entra così nel mondo apparentemente dorato del padre. E chissà se l'accollare tutto il marcio al ragazzo, insieme al matrimonio con una politicante in ascesa (Alessandra Acciai), riuscirà a salvare Luciano dal tracollo...


Una storia che, come si vede, ha molti agganci con personaggi e situazioni reali. "E' esplicito, evidente - ammette Avati - che per tutte le vicende che ruotano attorno ai personaggi di Christian e Luca ho attinto a mani basse nella cronaca degli ultimi anni: furbetti del quartierino e simili. Dalla vicenda di Parretti, il finanziere che comprò la Mgm, a oggi, ci sono storie fantastiche da raccontare. Non abbiamo inventato niente: tutte le spericolate operazioni che vedete nel film sono state create grazie a consulenti che abbiamo preso nel settore finanziario".

Una crudezza di analisi che gli attori mostrano di apprezzare molto. "Io amo il cinema di Pupi quando è così crudele - dice Laura Morante - per poter curare bisogna prima vedere con grande spietatezza cosa succede". "Quello che è singolare nei personaggi - dichiara invece Zingaretti - non è l'immoralità, ma l'amoralità: più disperati che cattivi tout court, fanno ancora più male proprio per la loro mancanza di coscienza".

Ma i riflettori, come ovvio, sono soprattutto su De Sica, che torna al cinema d'autore dopo anni di avventure natalizie. "Ho 59 anni, questo personaggio me lo sono meritato - dice - spero che dopo questa oppurtunità che mi ha dato Avati arrivino altri ruoli". E l'eterno cinepanettone, che quest'anno ha fatto sempre enormi incassi ma ha perso comunque 4 milioni di euro rispetto all'anno precedente? "Sono d'accordo con la critica che qualcosa andava fatto in maniera diversa, ma in Italia quale altro film guadagna 23 milioni di euro? Nei prossimi giorni comunque avrò una riunione con Aurelio De Laurentiis e Neri Parenti: per il prossimo bisognerà mettere a posto qualcosina. Forse cambiare anche me: sono diventato troppo vecchio per cose del genere, se uno fa il cowboy tutta la vita è difficile che gli diano Romeo e Giulietta".

E poi, a incontro ultimato, De Sica tesse l'elogio di Belen, sua partner in una fortunata serie di spot: "E' una forza della natura - sostiene - se avrà la fortuna di trovare un produttore come Carlo Ponti o un regista come Vittorio De Sica sono certo che diventerà la nuova Sophia Loren".

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