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23 feb 2011

Terremoto Baggina, azzerati i vertici «Noi corretti, vittime di gogna mediatica»

Lasciano cinque commissari su 7. Si dimette il presidente Trabucchi. Moratti: «Ora il commissariamento»

Emilio Trabucchi, presidente dimissionario del Pio Albergo Trivulzio (Nicola Vaglia)
Emilio Trabucchi, presidente dimissionario del Pio Albergo Trivulzio (Nicola Vaglia)
MILANO - Il consiglio di amministrazione del Pio Albergo Trivulzio è formalmente decaduto. Cinque commissari su sette hanno presentato le loro dimissione durante l'odierna riunione del board: tra questi anche il presidente, Emilio Trabucchi.Letizia Moratti, nell'esprimere soddisfazione per questo gesto, ha prospettato l'inevitabile commissariamento della Baggina. «Esprimo soddisfazione rispetto a questo - ha detto Letizia Moratti -. Avevo parlato con i membri del Cda per spiegare che un passo indietro avrebbe consentito all'ente di avere una discontinuità rispetto a questo problema che si è drammaticamente creato». Letizia Moratti ha infine riconosciuto che ora la Baggina verrà inevitabilmente commissariata. «Credo che il passo successivo dovrà essere il commissariamento - ha concluso Letizia Moratti - anche questo lo deciderò assieme al presidente Roberto Formigoni, con il quale ho già condiviso tutti i passi che ci hanno portato a questa decisione sui vertici del Pio Alberto Trivulzio».

«GOGNA MEDIATICA» - Con una nota diramata dalla Baggina, il cda stigmatizza «la gogna mediatica» che ha indotto le istituzioni locali a chiedere l'azzeramento del board. «I cinque membri del consiglio - si legge nella nota diffusa - hanno rassegnato le proprie dimissioni su pressante richiesta delle istituzioni che sono state a loro volta sollecitate anche dalla gogna mediatica in merito alla gestione patrimoniale e non del Pio Albergo Trivulzio». I due consiglieri che non hanno rassegnato le dimissioni, Marco Antonio Giacomoni Luca Storelli, motivano il loro gesto «ritenendo le dimissioni - si legge ancora nella nota - un'ammissione di colpa inaccettabile», perché non riconoscono che «generiche contestazioni di stampa giustifichino l'abbandono dell' incarico, che tutto il cda ha svolto con impegno e correttezza. Ritengono inoltre - si legge ancora - che i casi Boffo debbano essere assolutamente contrastati». Proprio in riferimento a quelle che la nota definisce «calunniose notizie», apparse su alcuni organi di informazione, il Cda ha dato mandato di intraprendere tutte le azioni legali volte alla tutela dell'immagine della Casa di Riposo. «Il cda è convinto - si legge infatti nel comunicato - di avere svolto il proprio mandato in modo ineccepibile, e confida che gli accertamenti che per primo sollecita, confermeranno la correttezza del proprio comportamento nella funzione di indirizzo e controllo».

UN SEGNALE DI DISCONTINUITÀ - Martedì mattina, ai microfoni dell'Alfonso Signorini Show (dalle 9 alle 10 su Radio Monte Carlo), il sindaco aveva chiesto «un segnale di assoluta discontinuità per dare garanzia che il patrimonio dell'ente sia amministrato nella maniera migliore e trasparente». All'indomani dell'incontro con il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, sulla vicenda degli affitti low cost del Pio Albergo Trivulzio, aveva così chiarito la linea delle istituzioni locali: «Quello che credo dobbiamo rapidamente fare - ha detto ai microfoni - è creare questa discontinuità in modo tale da poter garantire che non ci siano danni d'immagine all'ente e che questo possa creare un impatto negativo».

«SINDACO MORALMENTE CORRESPONSABILE» -Duro l'attacco del Pd. Il capogruppo in Comune, Pierfrancesco Majorino ha affermato, in una nota: «Siamo di fronte ad una situazione sconcertante disvelata dalle vicende Pat e Policlinico. Favori, ambiguità, ipotesi di danni all'erario, case rimaste vuote e perfino appartamenti della collettività utilizzati dalla 'ndrangheta. Di fronte a ciò l'azzeramento dei vertici degli enti è davvero il minimo. Ma non basta. Il Sindaco Moratti è moralmente corresponsabile della degenerazione a cui abbiamo assistito in una città nella quale tantissimi cittadini perbene fanno fatica a trovare casa a prezzi accettabili. Ci faccia quindi il piacere, il Primo Cittadino, di tacere e di fare le valigie, anticipatamente. Il livello di malcostume raggiunto in questa città, quella nella quale sono state sperimentate le consulenze d'oro e le assunzioni facili, va cancellato da una radicale operazione che faccia piazza pulita. Ai vertici degli enti, delle società partecipate, delle classi dirigenti, va cambiato totalmente il personale, senza alcun tipo di titubanza e timidezza. Sono convinto che Giuliano Pisapia saprà non guardare in faccia a nessuno».

IL COMMISSARIO - La nomina del nuovo commissario del Pat, che reggerà le redini dell'ospizio milanese dopo l'azzeramento del cda, spetta formalmente al presidente della Regione Lombardia,Roberto Formigoni. La normativa sulle aziende per i servizi alla persona prevede infatti che sia il presidente della Regione ad avviare le procedure di commissariamento dal momento che questi enti ricadono sotto la responsabilità sanitaria di competenza delle Regioni. La procedura richiede tempi tecnici di «non meno di una decina di giorni» - spiega una nota del Pirellone. Il candidato sarà scelto tra gli iscritti a uno specifico albo regionale.

Francesca Zanconato (Imagoeconomica)
Francesca Zanconato (Imagoeconomica)
IL CDA - Il consiglio di amministrazione del Pat è formato da sette consiglieri: tre nominati dalla Regione Lombardia e gli altri quattro dal Comune di Milano. Emilio Trabucchi, chirurgo in pensione in quota Pdl, ha presieduto il Trivulzio dal 2004. Al suo fianco, nelle vesti di vicepresidente, c'era Francesca Zanconato, moglie del numero uno di Eni Paolo Scaroni. Anche se è arrivata al Pat su indicazione del Pirellone, la Zanconato ha uno stretto legame con Letizia Moratti dal momento che fa parte del comitato «Amici di San Patrignano» e del consiglio direttivo dell'associazione «Casa di Letizia Moratti», diventato ora il comitato elettorale per la ricandidatura del sindaco. Molto legata al primo cittadino è anche la consigliera Stefania Bartoccetti, fondatrice nel 1992 del Telefono Donna. Di area centrista (Udc) è il consigliereGiuseppe Gencarelli, avvocato, mentre vicino alla Lega Nord è il chirurgo Marco Antonio Giacomoni (non dimissionario). Gli altri due posti nel board erano occupati fino ad oggi dal chirurgo cosentino Francesco Cetta e, dal 2007, dal commercialista Luca Storelli (non dimissionario). Il direttore generale, Fabio Nitti, siede anche nel consiglio provinciale di Milano, eletto nel Pdl.

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