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7 dic 2010

Il premier e l'arma delle urne per dialogare con Casini

La strategia del Cavaliere
per mettere all'angolo il nemico

AMEDEO LA MATTINA

ROMA
I sondaggi in possesso di Berlusconi (e non solo) dicono che il Pdl abbia smesso di calare nei consensi e che anzi ci sia un recupero. Un rimbalzo di qualche decimale, ma quanto basta per rendere il premier più determinato a puntare tutte le sue carte sulle elezioni anticipate se non dovesse avere la maggioranza alla Camera. Chi spera nelle sue dimissioni da qui al 14 dicembre farebbe meglio a ricredersi in fretta. E' il caso di Fini che sta cercando una soluzione prima di quel giorno: un Berlusconi bis che eviti il ribaltone e non lo costringa a infilarsi in avventure terzopoliste o addirittura in alleanze con la sinistra difficili da gestire. Il leader dell'Udc invece un nuovo governo del Cavaliere lo vuole solo dopo che il Parlamento si sia pronunciato sulla mozione di sfiducia. Non è un caso che Casini continui a ripetere che il vero giorno del giudizio non è il 14 ma il 15 dicembre, cioè quando bisognerà capire come tenere in vita la legislatura. A quel punto, che Berlusconi abbia o meno la maggioranza a Montecitorio, i centristi si offrirebbero in soccorso con le bombole di ossigeno (Lega permettendo) per rianimare il «catacombale» Silvio ed evitare le urne. Fini potrebbe essere scavalcato e trovarsi a rincorrere Casini.

Sono queste le valutazioni che si fanno in casa berlusconiana che osservano che tra i due ogni giorno che passa emergono divisioni e prospettive diverse. Se si andasse a votare in primavera chi sarebbe il candidato alla premiership? I finiani continuano a ripetere che quel ruolo spetterebbe al loro capo, senza ombra di dubbio. L'Udc non è dello stesso avviso. Non lo sono nemmeno oltre Tevere dove si guarda con diffidenza ad un'intesa elettorale con il laico Fini, soprattutto se dovesse essere lui a guidare le truppe d'assalto a Palazzo Chigi. Ecco perché, spiegano i berlusconiani, il presidente della Camera è nei guai, in affanno, e ripete - come ha fatto ieri - che non ci sarà il ribaltone: cerca un'intesa nel centrodestra prima del 14 dicembre. Dopo i giochi per lui sarebbe mortale, con il democristiano Casini pronto a fargli le scarpe.

Le previsioni del premier potrebbero rivelarsi scritte sull'acqua. Casini e Fini sarebbero dei dilettanti se facessero il gioco divide et impera del Cavaliere. Il quale pensa di giocare il ruolo del gatto con i due topi, lasciando intravedere la possibilità di un bis dopo il 14 dicembre. Cosa possibile se otterrà la maggioranza anche alla Camera, anche se per pochissimi voti. Tratterebbe da una posizione di forza. In caso contrario, cioè se dovesse andare giù a Montecitorio e tenere la maggioranza al Senato, salirebbe al Quirinale per chiedere le elezioni. E non ci sarebbero alternative che tengono, nemmeno con il nome del governatore della Banca d'Italia Draghi. Secondo il senatore del Pdl Andrea Augello, Berlusconi avrebbe in mano il pallino anche se dovesse perdere la maggioranza dei deputati per pochissimi voti: «Di fronte alla prospettiva delle urne il primo a presentarsi alla trattativa per un Berlusconi bis sarebbe Casini e a quel punto a Fini non rimarrebbe che acconciarsi». Del resto, sostiene Osvaldo Napoli, «il terzo polo è ormai morto perché sono troppi galli nello stesso pollaio. Se poi si dovesse aggiungere anche Montezemolo allora la competizione in quell'area sarebbe devastante».

Insomma, dalle parti del Cavaliere si ostenta una notevole sicurezza (si parla di nuovi acquisti), ma secondo i finiani si tratta di un «grande bluff». Rimane il fatto che tutti temono di andare a vedere le carte di Silvio, che alla fine potrebbe avere la convenienza di portare gli italiani al voto. Certo, a legge elettorale invariata, corre il rischio di vincere alla Camera grazie al premio di maggioranza e di perdere al Senato. A quel punto però, ragionano a Palazzo Grazioli, se mancassero una decina di senatori per dare vita ad un nuovo governo, si aprirebbe una discussione con i centristi di Casini o con chi è disponibile. Sarebbe quello il vero Berlusconi bis.

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