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10 dic 2010

Fli compatto sulla mozione di sfiducia Compravendita, l'Idv va dai magistrati

Alfano boccia l'offerta di Bocchino: "Berlusconi bis non esiste". Il premier: "Crisi irresponsabile". Bersani denuncia: "Offerte materiali a deputati sono un reato". Di Pietro: abbiamo elementi messi a disposizione dei pm

ROMA - Un'altra giornata tesa sul fronte della crisi politica quella che si è aperta con la riunione dei vertici di Futuro e libertà. Mentre partiva un'aspra polemica dell'opposizione sulla "compravendita", Gianfranco Fini convocava i vertici del partito e i coordinatori regionali per fare il punto in vista del 14 dicembre. "Siamo compatti, votiamo la sfiducia". In serata toccava a Silvio Berlusconi definire la crisi "irresponsabile", garantendo di lavorare "per la fiducia". "Abbiamo bisogno di dare continuità all'azione di governo per non cadere nella morsa della speculazione internazionale, come è accaduto alla Grecia e all'Irlanda - continua il premier - noi abbiamo portato la moralità in politica, speriamo che i tradimenti che vanno avanti ancora adesso non siano tali da non consentirci una maggioranza in Parlamento". 

In serata il presidente del Consiglio riunisce il vertice del Pdl, e a conclusione, poco prima della mezzanotte, respinge ancora le accuse e ribadisce: "Ci avevano già dati per finiti, ma ora si dovranno ricredere. Avremo la maggioranza e andremo avanti a governare. Non abbiamo fatto una campagna acquisti - avrebbe detto, secondo fonti presenti al vertice - sono accuse ridicole". Nel corso della riunione Berlusconi ha illustrato il discorso che intende fare il 14 dicembre. Poche pagine, una decina, in cui rilancerà il patto di legislatura proposto già nel suo intervento alla direzione nazionale del partito e richiamerà 
i finiani al senso di responsabilità nei confronti degli elettori.

PUBBLICO: IL MERCATO DEI VOTI NOME PER NOME

L'incontro dei finiani
. Al termine dell'incontro, al quale hanno partecipato tutti gli esponenti di punta di Fli, il partito ha diramato una nota per puntualizzare che "se Berlusconi non prenderà atto della necessità di aprire, attraverso le sue dimissioni, una nuova fase politica, Fli voterà la sfiducia". Posizione condivisa anche dalle cosiddette "colombe" come Giuseppe Consolo. Il parlamentare, lasciando la sede di Farefuturo dopo la riunione con Fini, ha spiegato che "c'è una linea unitaria di tutto Fli" malgrado i punti di vista diversi. "Nel nostro movimento c'è chi la pensa più in un modo o più in un altro, ma poi saremo compatti". 

La trattativa. Quanto a un possibile riavvicinamento con il Pdl, Italo Bocchino spiega che "al momento non mi sembra ci sia una trattativa in stato avanzato, nelle prossime ore, comunque, potremo dire di più". Queste, almeno, le parole pronunciate pubblicamente, ma stando alle indiscrezioni trapelate dal vertice, a stroncare l'ipotesi di una trattativa sarebbe stato Fini in persona lamentando la fuga di notizie sull'incontro tra il premier e Bocchino. Discutere con Berlusconi, avrebbe concluso Fini, è "tempo perso" perché  si è dimostrato come sempre "inaffidabile". A rendere improbabile la possibilità di arrivare sul filo di lana ad un'intesa tra Fli e Pdl anche l'indisponibilità di Berlusconi, ribadita ieri dai suoi più stretti collaboratori, a inserire la revisione della legge elettorale tra i possibili terreni di scambio. L'incontro tra Bocchino e il premier comunque c'è stato e, come rivela in un video sul sito di Generazione Italia lo stesso fedelissimo di Fini, e si è svolto ''martedì scorso a Roma, nell'ufficio di Berlusconi", ma "non è servito a niente".

La compravendita. "L'Idv ha una serie di elementi che ha messo a disposizione della magistratura" dice Antonio Di Pietro, a proposito della cosiddetta compravendita dei parlamentari e nota: "Questo non è più un Parlamento, ma il mercato delle vacche...". L'iniziativa Idv giunge nel giorno in cui due deputati (Razzi e Scilipoti) hanno lasciato il fronte dipietrista, per collocarsi a vario titolo in posizioni più vicine a quelle della maggioranza.

La denuncia di Bersani. Sul tema da registrare da la forte presa di posizione del segretario del Pd Pierluigi Bersani. "Leggo i giornali e mi sorge spontanea una domanda: se ci si rivolge a parlamentari facendo opera di convinzione non solo sotto il profilo politico e culturale, ma anche a quello materiale siamo di fronte a uno scandalo o a un reato di corruzione?", dice il numero 1 dei democratici. "Questo lo vorrei chiedere ai commentatori e agli esperti - aggiunge - ho sentito voci che mi auguro infondate e che mi preoccupano per la salute della democrazia. C'è un'aria che suscita qualche inquietudine". Preoccupata per quanto sta accadendo con la compravendita dei voti anche l'Italia dei valori che attraverso il capogruppo Massimo Donadi si è rivolto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano "affinché faccia sentire la Sua voce alta ed autorevole in difesa della dignità delle istituzioni". "Le scrivo in qualità di presidente di gruppo parlamentare perché preoccupato dalla gravità di quanto sta avvenendo, sicuro della Sua sensibilità istituzionale e del Suo rigore morale", afferma Donadi in una lettera al Quirinale aggiungendo che "questo mercanteggiare indegno mina la credibilità delle istituzioni e trascina il Paese verso il degrado politico, sancendo una generalizzata e diffusa perdita di fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni". Sul tema è intervenuto anche Bocchino."Non ci occupiamo di calciomercato - ha sottolineato - se anche il governo riuscisse ad avere una maggioranza con acquisizioni dell'ultima ora non sarebbe una soluzione politica". 

Nascono i "responsabili". 
In giornata si è svolta anche la conferenza stampa congiunta di Domenico Scilipoti, Massimo Calearo e Bruno Cesario, i tre parlamentari che dopo la compravendita di voti lanciata da Silvio Berlusconi hanno deciso di confluire in una nuova formazione denominata "Movimento di responsabilità nazionale". Un nuovo schieramento che debutta in realtà nella più totale anarchia, anche se probabilmente si tratta di un'anarchia tattica legata proprio agli sviluppi del mercato dei voti.  "A oggi io mi asterrò, Scilipoti potrebbe votare la sfiducia e Cesario la fiducia. Per il 14 cercheremo di avere una posizione unica, uguale per tutti, ma intanto speriamo che non si arrivi al 14...", ha sottolineato senza imbarazzi Calearo. 

L'addio di Razzi. Alla lista delle defezioni dal campo del centrosinistra va poi aggiunto il nome di Antonio Razzi. "La separazione è indispensabile. Dopo 16 anni nell'Idv è venuto meno il rapporto di fiducia, c'era un mio stato di sofferenza atavica nel partito. Voglio tornare in autonomia a essere utile alla gente che rappresento", ha detto annunciando l'entrata in NoiSud. Razzi ha poi negato quella che ha definito "la storiella del mutuo", che secondo alcuni critici era stata all'origine dei contatti per favorire un suo passaggio sulle sponde della maggioranza. Durante la conferenza stampa non sono mancati attimi di tensione quando al grido di "vergogantevi" ha fatto irruzione il deputato dell'Idv Stefano Pedica chiedendo polemicamente ai leader di NoiSud "cosa gli avete dato?" per convicere Razzi, "antiberlusconiano da sempre", a lasciare Di Pietro.

Grassano per Berlusconi. "Il 14 dicembre voterò per il governo" annuncia  Maurizio Grassano, deputato liberaldemocratico iscritto al gruppo misto.

Suspance Pannella. A pochi giorni dal voto resta poi anche l'incognita su come si comporteranno i parlamentari radicali eletti nel Pd. "Da giorni, da ogni parte - scrive Marco Pannella sulla sua pagina Facebook - si esige di sapere se il 14 dicembre daremo fiducia o sfiducia. Vogliamo deciderlo con il massimo di dibattito, di riflessione, di partecipazione pubblica, fino all'ultimo momento utile, senza dare assolutamente nulla per scontato. Le scontatezze appartengono a tutta la 'politica' italiana, e non solo. Mai, ripeto mai, a noi Radicali. Senno non saremmo ancora qui. Ok?".
 
Il vertice del Pdl.
 Sempre oggi si riuniscono anche i vertici del Pdl per fare il punto della situazione. Difficile però che dall'incontro possa emergere qualche cambiamento alle linea intransigente ribadita sin qui. Neppure la proposta di un reincarico lampo a Silvio Berlusconi in caso di un passo indietro prima del voto del 14 avanzata ieri da Bocchino sembra infatti aver fatto cambiare idea al premier. "L'ipotesi di dimissioni di Berlusconi non è tra quelle contemplate né immaginate e conseguentemente l'ipotesi di un Berlusconi bis non esiste", mette in chiaro il ministro della Giustizia Angelino Alfano conversando con i cronisti in Transatlantico alla Camera. E a bocciare questa possibile soluzione è anche il ministro dell'Interno Roberto Maroni. "Gli incarichi, mi pare, li dia ancora il presidente della Repubblica, non un parlamentare", taglia corto il responsabile del Viminale. L'intransigenza del Pdl sembra nascere tra l'altro anche dalla convinzione che l'opposizione non abbia i numeri per sfiduciare il governo. "Ho buoni segnali, Berlusconi avrà la fiducia è sicuro", dice il ministro della Difesa Ignazio La Russa.

Infine Berlusconi ha convocato il Consiglio dei ministri, lunedì mattina al Senato, alle 8.30. Alle 9 sono previste le sue dichiarazioni nell'aula di Palazzo Madama.

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