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17 nov 2010

Napolitano: "Dopo la Finanziaria servirà responsabilità politica"


io non credo ad un esecutivo bis»
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ROMA
Aprire una crisi di governo adesso, «sarebbe da irresponsabili» e comunque l'ipotesi di un Berlusconi-bis è improbabile: se le Camere dovessero far mancare la fiducia all'esecutivo la soluzione sarebbe quella del voto anticipato. Dopo giorni di cautela in pubblico, Silvio Berlusconi rompe il silenzio sulla delicatissima situazione politica del Paese. E lo fa al Quirinale, teatro ieri dell'intesa tra tra il Capo dello Stato e i presidenti delle Camere, dopo aver assistito alla cerimonia di consegna delle onoreficienze che Giorgio Napolitano ha conferito ai Cavalieri del Lavoro. 

Il Cavaliere: dobbiamo essere solidi
«Se ci sarà la fiducia andremo avanti a lavorare, se non ci sarà la fiducia andremo al voto», attacca subito il premier. Ai giornalisti che chiedono se ritenga possibile l'ipotesi del Berlusconi bis su cui molti lo hanno sollecitato, Berlusconi ribatte: «non credo ci si possa arrivare, abbiamo bisogno di un Governo solido e non possiamo contare su chi non garantisce il massimo di lealtà al programma approvato dagli elettori». 

Aprire una crisi comunque sarebbe un pericolo, continua il premier, anzi, «sarebbe una iattura assoluta, soltanto con una assoluta irresponsabilità si può pensare di mettere in crisi un Governo che fino a qualche tempo fà era il più solido e meglio piazzato in Europa, si diceva avesse 100 deputati di maggioranza, mentre poi erano 64, e con un premier primo in Europa per la considerazione dei cittadini». 

E se poco prima il Presidente della Repubblica aveva richiamato al senso di responsabilità delle forze politiche in una situazione di instabilità finanziaria, Berlusconi aggiunge: «E per quale motivo, secondo voi, io mantengo un profilo così basso e lavoro così tanto in Europa?. Lo faccio per le preoccupazioni che deriverebbero dall'instabilità di Governo e per l'attenzione che manifestiamo sui titoli del debito pubblico che dobbiamo piazzare, il prossimo anno sono 250 miliardi». 

Verso il giorno del giudizio
Quanto al voto del 14 dicembre Berlusconi si dice «fiducioso». Sarà il giorno del giudizio? «Sarà il giorno che deciderà se l'Italia può continuare ad avere quella stabilità che è assolutamente importante per resistere in una situazione di crisi che non è ancora passata», risponde. «Abbiamo bisogno di stabilità - conclude - e c'è da parte del Governo tutto l'impegno possibile per continuare con la stabilità che ci ha consentito tutto il lavoro fatto finora e con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti». 

Il pd: negata l'evidenza
L'opposizione risponde con Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd al Senato: «Irresponsabile - dice - è il premier che nega l'evidenza e in alternativa minaccia il voto anticipato». Intanto la conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha definito nel dettaglio la tempistica della crisi. Il Senato voterà alle 10,30 del 14 dicembre sulla fiducia che sarà chiesta dal governo, mentre la Camera inizierà a votare sulla mozione di fiducia presentata dall'opposizione intorno alle 12. 

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