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8 nov 2010

Maratona di New York incorona Kiplagat e Gebremariam


NEW YORK - Edna Kiplagat e Gebre Gebremariam sono incoronati a New York dove si aggiudicano la maratona piu' famosa del mondo. Ma la loro vittoria e' oscurata dall'addio alle gare del fuoriclasse Haile Gebrselassie, bi-campione olimpico sui diecimila e primatista mondiale della maratona: ''Non avevo mai pensato a ritirarmi. Ma ora e' arrivato il momento di fare un passo indietro e lasciare spazio ai giovani'', ha dichiarato l'atleta etiope che non e' riuscito a completare i 42 chilometri della maratona di New York, ritirandosi giunto al 25/o chilometro. A non aver ancora tagliato il traguardo e' la vera star della maratona: il minatore cileno Edison Pena, che sembrava essersi ritirato a causa di un infortunio ma che ha deciso di proseguire camminando, con l'aiuto del ghiaccio, per arrivare alla fine. Secondo alcuni messaggi Twitter, Pena si trova oramai all'interno di Central Park, a pochi chilometri dal traguardo. Edna Kiplagat, la regina della Grande Mela, si e' aggiudicata la corsa in 2 ore 28 minuti e 19 secondi, dopo cinque anni di assenza. Medaglia d'argento per l'americana Shalane Flanagan che si piazza seconda con 2 ore 28 minuti e 39 secondi: per Flanagan si e' trattato del debutto a New York. ''Sono soddisfatta - ha dichiarato l'atleta americana al termine della gara.

Ora un bel viaggio alle Hawaii e un hamburger''. Kiplagat, 31 anni, e' la prima keniota ad aggiudicarsi la maratona della Grande Mela dal 2003: la vittoria si tradurra' per l'atleta in un premio da 130.000 dollari, inferiore quindi 145.000 incassati in marzo, quando si e' aggiudicata la maratona di Los Angeles. Fra gli uomini la vittoria va invece a Gebremariam, che il diventa il quarto uomo ad aggiudicarsi al debutto la maratona di New York. ''Non posso crederci, sono cosi' felice - ha detto tagliando il traguardo -. E' la mia prima maratona: non ero sicuro di farcela invece ho vinto''. La vittoria Gebremariam l'ha dedicata alla moglie, che avrebbe dovuto debuttare con lui a New York ma che a cuasa di un infortunio e' rimasta in Etiopia insieme ai due figli. ''Mi aveva chiesto di vincere per lei'' ha spiegato l'atleta etiope, allievo di Haile Gebrselassie, che nel giorno del suo debutto a New York ha annunciato il suo addio, oscurando in parte il trionfo di Kiplagat e Gebremariam. Considerato uno dei maggiori fondisti della storia, Gebrselassie a 37 anni ha vinto due medaglie d'oro nei 10.000 metri piani alle Olimpiadi di Atlanta nel 1996 e di Sidney nel 2000.

E' al momento il primatista mondiale dei 20 e dei 30 km (su strada) e della maratona. Complessivamente, l'atleta etiope ha stabilito 26 record mondiali e vinto 4 campionati del mondo. Solo pochi giorni fa 'Gebre' aveva ironizzato: ''Come si puo' lasciare senza aver corso a New York?''. Che per lui quella di oggi non sarebbe stata una gara facile lo si e' capito sin dalla prima mattina, quando aveva accusato un'infiammazione al ginocchio destro a causa del lungo viaggio fatto per raggiungere New York.

MINATORE CILE TAGLIA TRAGUARDO - Edison Pena, uno dei 33 minatori rimasto intrappolato per oltre 2 mesi in una miniera in Cile, ha tagliato il traguardo della maratona di New York, dove è arrivato inizialmente correndo, poi camminando e, infine, zoppicando. Per percorrere i 42 chilometri, Pena ha impiegato oltre 5 ore. Nonostante la 'prigionia' in miniera, Pena si è allenato per quanto ha potuto, percorrendo più volte quotidianamente i 0,9 chilometri di lunghezza del corridoio sotterraneo in cui era prigioniero insieme agli altri 32 minatori. Pena è stato il 12mo minatori dei 33 a essere liberato. "Quando correvo nel buio, correvo per la vita. Volevo - ha spiegato nei giorni scorsi - mostrare a Dio che volevo vivere: ai miei colleghi dicevo che avrei corso fino a che loro non sarebbero stati stufi di me, e l'ho fatto". Pena è stato la vera star della 41ma edizione della maratona di New York, alla quale è stato inviato dagli organizzatori.

Il minatore cileno sembrava, poco dopo la metà della gara aver abbandonata la competizione a causa di un infortunio al ginocchio. Ma ha tenuto duro e camminando prima, e zoppicando poi, è riuscito a completare il percorso. Poco prima dell'inizio della gara, Pena si era lamentato scherzando della temperatura rigida, di soli 4 gradi centigradi. "L'accoglienza della città però è stata favolosa, calda, con la gente che mi ferma per strada e mi chiede come sto e cosa ho provato. Corro per dimostrare che la maratona si può fare e per dimostrare ai ragazzi che correre significa essere liberi". Pena ora proseguirà il suo tour americano che lo porterà a Graceland, la casa museo di Elvis Presley di cui è fan, e a Las Vegas per assistere allo spettacolo del Cirque de Soleil, 'Viva Elvis'.

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