Alta tensione al G20. Il meeting di Seul promette scintille e si preannuncia come la naturale prosecuzione dei temi sollevati dalla manovra da 600 miliardi di dollari annunciata la scorsa settimana dalla Federal Reserve. I primi effetti del QE2 si possono già notare sui mercati: dollaro debole e metalli preziosi in forte rialzo. La decisione della Fed ha scatenato pesanti critiche da parte delle autorità cinesi, con l´attenzione degli operatori focalizzata sull´esito dei colloqui bilaterali Usa-Cina.
Pechino ha accusato ripetutamente l´America di alimentare bolle speculative e di non prendere in considerazione gli effetti dell´eccessiva liquidità sulle economie dei mercati emergenti. Il dollaro debole, infatti, potrebbe avere ripercussioni negative sull´export cinese ma, fondamentale, potrebbe svalutare le enormi riserve in dollari della Banca Centrale di Pechino, che controlla circa il 10% del debito Usa. Le reazioni non si sono fermate alle parole, visto che la Cina ha annunciato nuove misure di controllo sui flussi di capitali stranieri. Critiche pesanti sono arrivate anche dalla Germania, la locomotiva d´Europa che vive sulle esportazioni dei suoi colossi industriali.
La "currency war" sarà quindi al centro del dibattito politico al G20 e potrebbe spostare gli equilibri nei rapporti tra le potenze mondiali. Uno scontro che ha fatto passare in secondo piano le nuove regole di Basilea 3, che verranno ratificate domani a Seul, che solo poco tempo fa avevano creato nuove tensioni sul settore bancario europeo.
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