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9 nov 2010

Ecco il teorema-Saviano: il Giornale come la mafia

Fabio Fazio, l’intervista tore più morbido di Gigi Mar zullo, ha trovato un nuovo mestiere: il barman. Il suo Vieni via con me , program ma costosissimo e strombaz zato come la grande novità della tv italiana, è un gigante sco e cos tosissimo shaker do ve viene frullato di tutto, dal la suora- banchiera favorevo le alla nuova moschea di To rino al cantante che riesuma i pezzi di Giorgio Gaber, dal le lettere dei telespettatori al nuovo guru della politica ita liana, Roberto Saviano. Un cocktail agitato, non mesco lato, e scodellato in prima se rata con un solo obiettivo: screditare Berlusconi e il Giornale.

Saviano è un Celentano meno sconclusionato e più ideologizzato, un telepredi catore più lungo e infinita mente più monotono, ma più feroce. Fazio vuol fare il brillante, con il solito sorrisi no sfottente cita un vasto campionario di luoghi co muni sull’Italia, definizioni di Churchill, Prezzolini, Mussolini. Ma subito dopo fa l’elenco delle prostitute che esercitavano a Pompei prima dell’eruzione, dalle «tope» di bettola fino a quel le «colte, più raffinate, che si prostituivano per influenza re la politica. Poi Pompei crollò e il crollo continua an cora oggi». È l’aperitivo di benvenuto del più ricco bari­sta Rai. L’«elenco»dovrebbe essere uno degli elementi ca ratterizzanti il programma, tra i cui autori ci sono Miche le Serra (firma di Repubbli ca ) e Francesco Piccolo (del l’ Unità ). Ma è soltanto una noia. Compreso il catalogo delle definizioni di omoses­suale letto dal governatore pugliese Nichi Vendola, gay dichiarato ma non proprio un fine dicitore cui è stata re galata la passerella.

Il pezzo forte è lo show di Saviano. Lo scrittore di Go morra entra sulla scena tri colore, ma in realtà domina ta dal rosso, alle 21.17 e parla per oltre mezz’ora. Come ha ampiamente spiegato su Re­pubblica , si dedica a smonta re la «macchina del fango», la sua «ossessione». «Sento che la democrazia è letteral mente in pericolo, se ti poni contro questo governo ti aspetta l’attacco della mac china del fango», sentenzia come un oracolo. Riconosce che «non siamo né in Cina né in una dittatura fascista», bontà sua. Spiega che «una cosa è fare un errore, un’al tra farsi corrompere»: viva la banalità. «La privacy è sacra, un pilastro della democra zia: nessuno ha il diritto di fo tografarti in bagno perché perdi credibilità»: sembra di sentire Berlusconi. Invece no: «Un conto è la riservatezza, un conto è sce gliere le amiche da candida re ». Ed ecco che nel frullato re finisce anche il Giornale, le cui prime pagine su Mon tecarlo e Boffo giganteggia no sullo sfondo ( come aveva mo rivelato giorni fa). Così il fango ha nome e cognome, senza possibilità di contrad­dittorio, senza difesa, senza appello.

Per tenere fede alla sua fama di bastonatore del la malavita organizzata, Sa viano rispolvera farraginosa mente la tragedia di Giovan ni Falcone. Come dire: que sto è il destino di chi è bersa gliato dalle macchine del fango. E l’equazione del teo rema- Saviano è facile da fa re: il governo Berlusconi è co me la mafia. Ecco dunque il program ma partorito da Rai3 dopo il lungo braccio di ferro con i vertici aziendali che stenta vano a firmare i contratti. Avevano ragione, non foss’altro che per la quantità di sbadigli. Trasmissione an nunciata da Fazio, cancella t a da Masi perché troppo co stosa, poi tornata in auge con partecipazioni gratis, in fine riammessa perché ­sembrava- i problemi di sol di erano spariti.

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