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9 nov 2010

Berlusconi in Veneto con Bossi Fischi e applausi. E una richiesta: «Soldi» proteste Dimmettiti!

Il premier: «Aiuto sostanzioso e immediato». Il Pd: serve più di una passerella. Contestazioni a Padova e Vicenza


Berlusconi, Bossi e Zaia a Monteforte d'Alpone (Sartori) MILANO - Qualche fischio accompagnato dalla richiesta di «soldi», urlata a gran voce. Ma anche applausi, strette di mano e l'esortazione a «resistere». E' iniziato da Monteforte d'Alpone, nel Veronese, uno dei paesi colpiti dall'alluvione, il sopralluogo congiunto del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e del ministro delle Riforme, Umberto Bossi. Con loro ci sono anche il capo della protezione civile, Guido Bertolaso, e il governatore del Piemonte, Roberto Cota, che ha portato la solidarietà del Nord Ovest, colpito alcuni anni fa da un evento analogo. Il premier ha replicato che l'aiuto dello Stato sarà «sostanzioso e immediato» e che gli stanziamenti saranno inseriti nella prossima finanziaria. E quanto alla proposta del governatore veneto Zaia di trattenere l'Irpef regionale, il premier ha detto che «ha fatto bene a farla, anche io avrei ragionato nel suo modo» tuttavia, ha aggiunto, «non ce ne sarà bisogno». Lo stesso Zaia, parlando all'uscita dalla prefettura di Vicenza, ha fatto notare che «alzare la voce è funzionale, i soldi pare che ci siano» ma ha anche ammonito che «la protesta dell'Irpef resta valida, qualora i fondi non arriveranno». E al termine della giornata di sopralluoghi ha chiosato: «Sono soddisfatto sia della quantità delle risorse sia della rapidità con cui verranno messe a disposizione». Il governatore non ha voluto esplicitare l'entità delle cifre in campo, ma ha spiegato che già mercoledì a Roma avrà un incontro operativo per ragionare sugli stanziamenti.

Berlusconi: «Aiuti subito»
TAFFERUGLI A PADOVA E VICENZA - La visita di Bossi e Berlusconi è stata accompagnata anche da alcuni tafferugli all'esterno della prefettura di Padova, tanto che per diversi minuti è stato in forse l'arrivo del premier, che nel frattempo concludeva la visita a Vicenza. Berlusconi ha però deciso di rispettare comunque l'agenda che si era prefissato ed è giunto nella città del Santo accolto da fischi e insulti da parte di un gruppo di circa 400 contestatori che si erano radunati per l'occasione. All'indirizzo del premier sono state urlate frasi ingiuriose («mafioso, dimettiti») ed è stato anche lanciato un fumogeno. Proprio per evitare di inasprire le tensioni, al termine dell'incontro il Cavaliere ha lasciato la prefettura da un ingresso laterale. Altre contestazioni si erano registrate in precedenza all'esterno della prefettura di Vicenza da parte del comitato No Dal Molin, anche se in quel caso senza scontri fisici tra manifestanti e forze dell'ordine.


LE PREVISIONI METEO - L'ondata di maltempo, intanto, si sposta verso il centro e il sud Italia, dove sono attese precipitazioni particolarmente forti, con rischi di violenti rovesci in particolare nel Lazio e in Campania. Al nord la situazione tende invece a migliorare e nonostante nella giornata siano state ancora registrate piogge, seppure in attenuazione. In Veneto e in Friuli le previsioni parlano di spiccata variabilità che potrebbe essere associata a fenomeni sparsi che non dovrebbero tuttavia destare preoccupazione. Ed è in questo scenario che sono arrivati Berlusconi e Bossi. Mercoledì e giovedì sarà invece il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ad incontrare i sindaci dei comuni devastati dalle esondazioni. E venerdì sarà la volta di Antonio Tajiani, vicepresidente della Commissione Ue, il quale ha già fatto sapere che Bruxelles è pronto a stanziare «risorse importanti, alcune decine di milioni di euro (il 2,5% del danno totale)». I danni sono ingenti - si parla di oltre un miliardo - e servono stanziamenti immediati. Anche il Corriere della Sera, il Corriere Veneto e La7 hanno attivato un canale di solidarietà per la raccolta di fondi da destinare alle popolazioni alluvionate.

MISSIONE CONGIUNTA - La missione congiunta del premier e del leader leghista è stata messa a punto nel corso del vertice di lunedì pomeriggio ad Arcore. Un vertice convocato per affrontare la situazione politica all'interno della maggioranza, dopo l'aut aut al Cavaliere lanciato da Gianfranco Fini dal palco di Bastia Umbra. Ma che ha individuato nell'emergenza in Veneto la priorità per lanciare un segnale politico forte che contrapponga il fare al parlare. E che ad accompagnare Berlusconi ci fosse proprio Bossi non è un caso, visti i malumori emersi nel territorio e la minaccia di obiezione fiscale come risposta a quella che nel Nord Est viene giudicata una vera e propria assenza delle istituzioni, soprattutto per la sproporzione di attenzioni - e le immediate promesse di opportuni stanziamenti - riservata invece al crollo dell'Armeria dei Gladiatori nel parco archeologico di Pompei.


Le contestazioni a Vicenza
«NON BASTA UNA PASSERELLA» - Zaia, come ricordato, aveva avanzato l'ipotesi di una trattenuta dell'Irpef a livello regionale, così da utilizzare i fondi per la ricostruzione e i risarcimenti ai privati e alle imprese. Le associazioni di categoria chiedono che venga valutato lo slittamento delle scadenze fiscali e fanno appello agli istituti di credito affinché concedano maggiore elasticità alle imprese che sono alle prese con il rimborso di prestiti. Anche le associazioni imprenditoriali sembrano favorevoli alla proposta di Zaia, che suona di fatto come un anticipo di federalismo. Forti critiche arrivano però dal Pd. Debora Serracchiani, europarlamentare e punto di riferimento del partito di Bersani nel Nord Est, fa notare che «il Veneto sommerso dall'acqua merita qualcosa di più delle chiacchiere e delle passerelle, a cui ci ha ormai abituato questo governo. Nonostante i ripetuti allarmi lanciati dalle imprese, una delle aree più produttive del Paese risulta letteralmente abbandonata dall'esecutivo, mentre la Lega alla guida della Regione Veneto balbetta, incapace di dare risposte concrete».



I DANNI ALL'AGRICOLTURA - Tra i danni più significativi ci sono quelli all'agricoltura. Molte le cantine allagate e ingenti danni si registrano nei vigneti. Ma a rischio sono anche gli oliveti, i frutteti e i campi seminati a frumento, devastati da acqua e fango. Le zone vicino Padova, Vicenza e Verona le più colpite con case rurali, strade, cantine, stalle, serre, magazzini, capannoni distrutti, i campi allagati e gli allevamenti sott'acqua con migliaia di animali affogati. «Si tratta di una vera e propria carneficina che - sottolinea la Coldiretti - ha colpito principalmente il triangolo di terra compreso nelle province di Padova, Vicenza e Verona dove forte è la concentrazione di allevamenti, che si trovano ora in ginocchio». E se la Confederazione italiana agricoltori, Cia, parla di danni per almeno 250 milioni di euro, la Confagricoltura stima un miliardo di euro solo per il Veneto.

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