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6 nov 2010

Benedetto XVI pellegrino in Spagna chiede all'Europa di far dialogare fede e laicità

Ha scelto Santiago de Compostela, terra millenaria di pellegrinaggi, per tornare su uno dei punti qualificanti del suo pontificato. Al suo arrivo in terra di Spagna, lo spicchio nordico della Galizia cattolica, Benedetto XVI ha voluto ribadire il suo messaggio all'Europa, affinchè riscopra le sue radici cristiane. «Fede e laicità devono dialogare», è un programma che sta contrassegnando i suoi viaggi nel cuore laico dell'Europa, prima in Francia e poi in Repubblica ceca, oggi nella Spagna un tempo (neppure troppo lontano) cattolicissima ma che da qualche decennio si sta progressivamente secolarizzando.

Non a caso proprio un mese fa è partito il nuovo dicastero per la rievangelizzazione dell'occidente, a rimarcare che il fronte della fede è soprattutto in casa, e non nelle terre di missione. Oggi ad accoglierlo a Santiago c'era il giovane principe Felipe, futuro re, e non il primo ministro Zapatero, che peraltro è volato a sorpresa in Afghanistan: lo vedrà domani a Barcellona, dove il papa consacrerà la basilica della Sagrada Familia, il tempio di Antonio Gaudì, massima espressione architettonica della fede spagnola. Zapatero sa che in Galizia gioca fuori casa, e qua sanno bene che per tutto l'anno composteliano non è mai venuto da queste parti, dove governa saldamente il Partito popolare.

Sarà invece nella laica Barcellona – dove lo attendono anche delle proteste organizzate da movimenti laici e gay - e non caso visto che a fine mese in Catalogna ci saranno le elezioni per il rinnovo del parlamento. Insomma, politica e religione si intrecciano in continuazione, anche quando i temi non sono in agenda, come la famiglia. Il papa in volo ha ricordato che la famiglia è il nucleo fondante della società, naturalmente sottintendendo la famiglia tradizionale tra uomo e donna e non quella prevista dalla legislazione spagnola, terreno di scontro con la Chiesa cattolica, che da queste parti è perlo più conservatrice.

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