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27 ott 2010

Gogna virtuale per chi non paga la mensa della scuola

Nomi di genitori e bambini inadempienti sul sito del Comune. Il sindaco: «Procedura prevista»

AOSTA - Una gogna pubblica, anche se virtuale. Genitori e bimbi nel mirino. La colpa: i ritardi nel pagamento delle rette della mensa scolastica. La pubblicazione sul sito istituzionale del comune dell'elenco dei cittadini morosi per mancato pagamento delle rette per il servizio ha scatenato la polemica a Pont-Saint-Martin (Aosta), piccolo centro di 4mila abitanti al confine con il Piemonte. L'amministrazione comunale ha infatti deciso di inserire su web i nomi di chi non ha versato il canone, aggiungendo nella lista anche i nomi dei figli che hanno usufruito del servizio, il periodo di mancato pagamento e la cifra dovuta all'ente pubblico. Le ingiunzioni variano da un minimo di 144,13 ad un massimo di 1.624,35 euro.

IL SINDACO: «PROCEDURA PREVISTA» - «Abbiamo espletato la procedura prevista dal regolamento comunale - spiega il sindaco, Guido Yeuillaz, alla guida di una Giunta composta da Union Valdotaine e indipendenti - inviando vari messaggi e convocando i diretti interessati. Abbiamo invitato le famiglie a chiedere l'esenzione dal pagamento, prevista per chi è in difficoltà economica, ma non lo hanno fatto». «I dati inseriti su Internet non sono sensibili - ha proseguito - e quindi non c'è violazione della privacy, anche se sono il primo ad ammettere che era meglio non aggiungere i nomi dei minori». «Qualcuno ha paragonato questa vicenda a quella di Adro - conclude il sindaco - ma ci tengo a precisare che non abbiamo mai interrotto la somministrazione dei pasti ad alcun bambino anche se la retta non era stata pagata».

L'OPPOSIZIONE: «VIOLAZIONE DELLA PRIVACY» - La vicenda è stata sollevata in Consiglio comunale da un'interpellanza della minoranza di centro-sinistra. «Secondo noi - commenta la consigliere Cleta Yeuillaz - c'è un'evidente violazione della privacy. Le persone che non hanno pagato, tra cui alcuni immigrati stranieri, sono state messe alla berlina, con il rischio di discriminazione all'interno di un piccolo paese come il nostro».

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