Intesa tra il governo e Warner Bros dopo il rischio
di trasferimento della produzione del film
Una manifestazione in Nuova Zelanda a sostegno del film "The Hobbit" |
LE PROTESTE E L'ACCORDO - Un breve boicottaggio del sindacato degli attori, che protesta per la mancanza di alcuni standard di lavoro sul set, aveva spinto i rappresentanti dello studio hollywoodiano a recarsi in Nuova Zelanda per verificare se valesse ancora la pena di girarvi il film (tratto, come la saga del "Signore degli Anelli", dalle opere di J.R.R. Tolkien). Temendo di perdere il film e di danneggiare la reputazione della Nuova Zelanda, dopo che migliaia di neozelandesi sono scesi in strada nelle maggiori città del Paese per chiedere di non spostare altrove le riprese, il premier John Key ha negoziato con la Warner Bros e ha annunciato che la produzione resterà in loco. In cambio, il governo presenterà in Parlamento una modifica alla legislazione sul lavoro, che è all'origine della protesta scoppiata nei giorni scorsi contro la casa cinematografica. Ed estenderà anche il programma di sovvenzioni per i film a grande budget, versando un extra di 7,5 milioni di dollari a Warner Bros per ognuno dei due episodi di "Hobbit", oltre a offrire 10 milioni per la promozione del film. Per gli economisti la perdita del film sarebbe costata alla Nuova Zelanda fino a 1,5 miliardi.
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