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13 apr 2010

La Cina e le sanzioni all'Iran


L'Ucraina: elimineremo tutte
le scorte atomiche entro il 2012

La Cina si impegna a lavorare con gli Stati Uniti sulle sanzioni Onu contro l’Iran e l’Ucraina annuncia che eliminerà tutte le scorte atomiche entro il 2012: si apre così il summit sulla Sicurezza Nucleare convocato da Barack Obama, contro il quale si scaglia Teheran accusandolo di «voler umiliare gli esseri umani».

La convergenza sulle sanzioni all’Iran è emersa dal colloquio di Obama con il collega cinese Hu Jintao nel bilaterale più atteso del vertice. «I due presidenti hanno concordato di dare mandato alle rispettive delegazioni di lavorare al Consiglio di Sicurezza dell’Onu sulla risoluzione sulle sanzioni» fa sapere Jeff Bader, consigliere di Obama per l’Asia, sottolineando come la convergenza è su un testo che «renderà chiaro all’Iran il costo di perseguire un programma nucleare che viola i suoi obbligi internazionali» ovvero le tre risoluzioni Onu che già chiedono uno stop all’arrichimento dell’uranio. Per la Casa Bianca quanto avvenuto fra Obama e Hu testimonia «l’unità della comunità internazionale» nel voler impedire all’Iran di raggiungere l’arma atomica. Da qui la previsione di Ben Rhodes, portavoce del presidente Usa, di un accordo al Palazzo di Vetro «entro le prossime settimane» anche grazie all’intesa con la Russia.

Hu da parte sua ha scelto di non rilasciare commenti sull’Iran ma dagli ambienti della sua delegazione filtra l’opposizione al «bando totale nei confronti di tutti i nuovi investimenti nel settore energetico iraniano» dove le aziende di Pechino sono presenti. E ciò lascia intendere che il negoziato Usa-Cina sul testo sia ancora agli inizi ma ciò che conta per la Casa Bianca è il dato politico di una «crescente coesione internazionale» come Obama ha detto dopo il colloquio col premier della Malaysia, Najib Abdul Razak. A premere per accelerare la decisione da parte del Consiglio di Sicurezza è la cancelliera tedesca Angela Merkel: «Il tempo stringe e la decisione deve essere adottata al più presto».

La reazione di Teheran a quanto sta maturando a Washington è arrivata dal presidente Mahmud Ahmadinejad secondo il quale «i summit mondiali che si stanno svolgendo in questi giorni sono tesi a umiliare gli esseri umani». E il rappresentante iraniano all’Agenzia atomica dell’Onu (Aiea) Alì Ashgar Soltanieh ha messo le mani avanti su quelle che saranno le conclusioni di Washington: «Saranno atti scontati e non vincolanti per gli Stati che vi prendono parte». Una frase che si riferisce in primo luogo alla Cina, che parteciperà nel fine settimana a Teheran ad un contro-vertice voluto da Ahmadinejad per sostenere il diritto dell’Iran a sviluppare l’energia nucleare. Ma Obama è determinato a perseguire l’isolamento della Repubblica Islamica e al termine del bilaterale con il re giordano Abdullah ha detto: «L’Iran ha diritto al nucleare civile non a quello militare, le pressioni della comunità internazionale devono proseguire e aumentare».

Obama ha ottenuto il suo secondo risultato quando il presidente Viktor Yanukovych ha fatto sapere che «l’Ucraina si impegna a eliminare entro il 2012 l’uranio arricchito al punto da poter formare una bomba atomica». Per la Casa Bianca è un «passo storico» perché «da dieci anni gli Usa stavano inseguendo questo risultato». Obama vede in Kiev l’esempio a cui richiamarsi per spingere gli altri leader ad assumere analoghi impegni come anche il modello di «decisione sovrana» da offrire a Teheran come via d’uscita all’attuale crisi nucleare. In serata Obama ha riunito i 47 leader ospiti nella cena che ha dato inizio ai lavori, ponendo la necessità di adottare «decisioni concrete» per scongiurare l’incubo del terrorismo nucleare.

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