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29 mar 2010
Regionali 2010: rischio astensionismo
Oltre 41 milioni di italiani alle urne
Affluenza in calo: 47% alle 22
Domenica i votanti sono diminuiti di circa nove punti rispetto al 2005. Seggi riaperti lunedì dalle 7 alle 15
(Newpress)MILANO - Affluenza in calo di circa 9 punti rispetto alle precedenti consultazioni, con il Lazio che vede il divario superare addirittura i 12 punti e una buona parte delle regioni (7 su 13) in cui, alla chiusura dei seggi domenica alle 22, la percentuale dei votanti non ha raggiunto il 45% degli aventi diritto. È questo il dato chiave che emerge dalle prime rilevazioni sulle elezioni regionali in corso, che rappresentano un importante test politico a livello nazionale. Nelle nove regioni - Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Umbria, Lazio, Campania e Basilicata - i cui dati elettorali fluiscono al ministero dell'Interno, la percentuali di votanti rilevata alle ore 22 di domenica è stata del 47,1%, in calo di circa 9 punti rispetto al 2005 (precedenti omologhe 56,0%). Nel Comune di Roma, secondo dati del Campidoglio, l'affluenza alle 22 è stata del 41,30%, contro il 54,42% del 2005, con una diminuzione di 13,12 punti percentuali. La regione con la più alta affluenza è stata l'Emilia Romagna (51,5%, comunque quasi 10 punti in meno rispetto al 2005, 61,1%)), seguita da Lombardia (49,3%), Veneto (49,2%), Piemonte (47,6%), Umbria (46,3%) e Basilicata (45,3%). E poi Liguria (43,5%), Lazio (43,4%, calo del 12,5%), Campania (43,3%). Per quanto riguarda le regioni che gestiscono in proprio la comunicazione di dati elettorali, la Toscana ha chiuso la giornata di domenica con un'affluenza del 43,96%, contro il 54,6% di cinque anni fa; le Marche con il 44,88% (-10,03%); la Puglia con il 44,04%; la Calabria, la regione italiana con la minore affluenza, con il 41,40%
I DATI DELLE ORE 19 - Alle 19 si era registrata un'affluenza del 34,90% (dati del ministero dell'Interno, 9 regioni su 13). Anche questo dato era in netto calo rispetto alla tornata precedente, quando si era registrata, alla stessa ora, un'affluenza del 41,96 per cento (meno sette punti). In particolare, già evidente il calo nel Lazio: alle 19 aveva votato il 31,49% degli aventi diritto, circa dieci punti in meno rispetto al 41,02% delle scorse elezioni. La Puglia alle 19 registrava un'affluenza del 30,26%, la Toscana del 33,4%, le Marche del 32,40% e la Calabria del 28,7%. Provinciali: nelle quattro province dove si vota per l'elezione del presidente e dei Consigli provinciali (Imperia, Viterbo, L'Aquila e Caserta, per un totale di 339 Comuni interessati) l'affluenza alle 19 è stata del 34,12%, -3,68% rispetto alla precedente tornata. Comunali: alle 19 di domenica aveva votato il 41,09% degli aventi diritto per il rinnovo delle amministrazioni in 460 Comuni. -2,66% rispetto alla precedente elezione.
I DATI DELLE ORE 12 - Il calo di affluenza era già stato evidente alle 12, quando nelle nove regioni monitorate direttamente dal ministero dell'Interno (Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia- Romagna, Umbria, Lazio, Campania e Basilicata) si era notata una diminuzione di quasi 3 punti percentuali rispetto alle precedenti elezioni: 10,19% contro 13,05%. Il calo più forte era in Emilia Romagna, con il 4%. La Toscana ha avuto alle 12 un'affluenza del 9%, in calo di 3,2 punti rispetto al 2005. Le Marche dell'8,11%, contro l'11,4 di cinque anni fa. L’affluenza in Puglia è stata dell’8,63% rispetto all'11,4 del 2005, in Calabria al 6,5 rispetto all' 8,9. L'affluenza alle urne registrata alle ore 12 per le Provinciali e comunicata dal Viminale è stata del 9,05%, una percentuale in calo di circa tre punti rispetto al 12,03% segnato alle precedenti elezioni. Questa l'affluenza alle urne alle ore 12 nei 9 capoluoghi dove si vota per l'elezione del sindaco e dei consigli comunali (tra parentesi il precedente omologo): Mantova 14,9% (17,1); Lecco 13,3% (15,9); Lodi 16,8% (18,2); Venezia 13,2% (14,9); Macerata 10,9% (12,7); Chieti 12,6% (9,8); Andria 13,1% (14,9): Matera 9,6% (13,6); Vibo Valentia 9,1% (11,7).
SI VOTA FINO ALLE 15 DI LUNEDÌ - A disposizione degli elettori ci sono in tutto ventidue ore in due giorni per ridisegnare la mappa del governo locale. Centrodestra e centrosinistra, con l’Udc in alcuni casi terzo giocatore in solitaria, si contendono la guida di tredici Regioni, quattro Province, 462 Comuni (di cui nove capoluoghi): oltre 41 milioni di italiani sono chiamati a votare per rinnovare governatori, presidenti, sindaci, giunte e consigli. I seggi, aperti domenica dalle ore 8 alle 22, riaprono lunedì dalle 7 alle 15. Lo scenario attuale vede il centrodestra alla guida di due Regioni (Lombardia e Veneto) una Provincia (Imperia) e due Comuni (Lecco e Matera); il centrosinistra al comando in undici Regioni, tre Province e sette Comuni. Gli elettori riceveranno una scheda verde per le Regionali: Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria. Una scheda gialla per le Provinciali: Imperia, Viterbo, L’Aquila e Caserta. Una scheda azzurra per le Comunali: Mantova, Lecco, Lodi, Venezia, Macerata, Chieti, Andria, Matera, Vibo Valentia più altri 453 Comuni.
CHE COSA SERVE PER VOTARE - Per votare è necessario presentarsi al seggio muniti di documento d’identità e tessera elettorale (in caso di smarrimento è possibile chiederne il duplicato agli uffici comunali che saranno aperti durante tutta la durata delle operazioni di voto). Per le Regionali lo scrutinio inizierà lunedì, subito dopo la chiusura della votazione e l’accertamento del numero dei votanti. Per Provinciali e Comunali, invece, lo scrutinio partirà alle 8 di martedì con precedenza alle Provinciali, salvo in Molise e in Abruzzo, non interessate alle Regionali: lì lo scrutinio comincerà alla chiusura dei seggi. Dove sindaco e presidente di Provincia non saranno eletti al primo turno si andrà al ballottaggio. Per l’eventuale secondo turno si voterà domenica 11 e lunedì 12 aprile.
SFIDA APERTA IN QUATTRO REGIONI - L'appuntamento più atteso e più consistente, per il suo impatto politico, è quello delle regionali. La mappa politica attuale è a favore del centrosinistra per 11 a 2: solo Veneto e Lombardia sono al momento in mano al centrodestra. Occhi puntati, quindi, soprattutto su quest'appuntamento per verificare come si ridisegnerà la compagine delle Regioni. Se il blocco dell'Italia centrale, con Emilia Romagna, Toscana, Marche e Umbria, non sembra in discussione e dovrebbe veder confermata, in termini di colore politico, la leadership attuale, ben più incerto appare invece il risultato in territori come il Piemonte, il Lazio, la Liguria, la Puglia.
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