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4 feb 2010
Piccola è meglio. I movimenti online (ma non solo) contro le grandi banche americane
Nasce da Facebook la campagna "Move Your Money"contro i grandi gruppi bancari responsabili di aver contribuito, con operazioni finanziarie spregiudicate e super-bonus ai manager, alla grave tempesta finanziaria che tuttora imperversa sugli Stati Uniti. Alcuni risparmiatori nel dicembre del 2009 hanno iniziato questa forma di protesta mobilitandosi attraverso il social network e Twitter proponendo agli iscritti di spostare i propri risparmi dai conti correnti delle banche "too big to fail" verso istituti di credito piccoli, meglio se al servizio della comunità. Basta inserire nel database il codice postale per scoprire la filiale più vicina.
L'iniziativa 2.0, con più di 29.000 fans, è stata sostenuta poco dopo dalla giornalista liberal Arianna Huffington, fondatrice dell'Huffington Post, un sito di blogger visitato da milioni di utenti la settimana. Dalla rete il movimento ha avuto una pronta eco sugli altri media: la radio nazionale americana Rpn, la Abc e la Cnn hanno dedicato più servizi all'iniziativa di boicottaggio pacifico che in poco più di due mesi fa sempre più proseliti.
Chi ha cambiato banca si ritiene soddisfatto e alimenta il sito con le impressioni positive che fanno da traino ad altri sostenitori: leggendo le testimonianze su Moveyourmoney.info si scopre quanto può essere piacevole ricevere una cartolina a Natale dal direttore della banca della propria città, essere salutati con il proprio nome appena ci si avvicina allo sportello e magari essere aiutati nell'avvio di una piccola impresa. Anche la delusione di una giovane studentessa che facendo un bonifico per aiutare le associazioni che operano a Haiti si è vista addebitare una commissione del 3% sull'importo versato può contribuire a muovere i risparmi verso i piccoli istituti o a cambiare le cose. Heather Lynn il 20 gennaio ha postato online il suo disappunto creando il gruppo su Facebook Wachovia=Fail. Con il supporto della comunità di Moveyourmoney il caso ha convinto la banca acquistata dal gruppo Wells Fargo ad agire annullando tutte le commissioni relative agli aiuti per Haiti. Potenza della rivoluzione virale.
In questo clima si inserisce il piano federale di stimoli per le piccole imprese da 30 miliardi di dollari presentato da Barack Obama che dovrà essere approvato dal Congresso. Il piano prevede l'utilizzo dei fondi del Troubled Assets Relief Program (Tarp) a favore delle 8.000 banche americane che hanno asset sotto i 10 miliardi di dollari locali allo scopo incoraggiare di i prestiti alle piccole imprese con l'effetto sperato di far aumentare i posti di lavoro persi nell'ultimo anno.
A Moveyourmoney è subito seguita un'altra iniziativa Moveyourpoliticians. Il promotore questa volta è Simon Johnson, economista del Fondo Monetario Internazionale e professore al MIT, che si propone di scovare dove politici repubblicani e democratici mettano il loro denaro e come lo investano. E' probabile che la sorte degli istituti bancari sia fortemente connessa con gli interessi di chi custodisce lì i propri risparmi. Sull'Huffington è già partita la nuova operazione trasparenza che piacerebbe molto al ministro Renato Brunetta.
Ma gli attacchi più duri alla politica finanziaria di Obama arriveranno dai repubblicani riuniti nel loro primo Tea Party nazionale a Nashville. Guest star della tre giorni di convention, dal 4 al 6 febbraio, Sarah Palin, ex governatore dell'Alaska, ex candidato alla vice presidenza degli Stati Uniti, oggi nelle fila dei commentatori politici di Fox News. La tv di Murdoch trasmetterà in diretta il suo discorso come pure alcuni siti partner della manifestazione ma solo sotto registrazione obbligatoria.
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