Il piccolo Montenegro conquista la rete
La sua ricchezza? Il dominio ".me"
La sigla identificativa del paese balcanico spopola sul web. E' l'estensione con la crescita più sostenuta nella storia di internet
La homepage del sito Nic.me
ROMA - Sono passati tre anni e mezzo dal giorno in cui il Montenegro ha dichiarato l'indipendenza dalla Serbia e, dovendo analizzare i benefici di quella scelta, probabilmente nessuno metterebbe ai primi posti la conquista di un proprio spazio nazionale su internet. Eppure uno dei prodotti più fruttuosi di quella separazione è proprio il dominio internet che il piccolo paese balcanico ha potuto ottenere diventando indipendente.
Per una fortunata coincidenza, infatti, l'abbreviazione identificativa del Montenegro su internet è ".me", due lettere che casualmente formano anche il pronome oggettivo più usato sul web. Da quando l'Icann, l'autorità che gestisce i domini di primo livello, ha assegnato l'estensione .me al Montenegro, è partita una vera corsa all'oro per accaparrarsi indirizzi di valore irresistibile, come"youand.me" o "notify.me".
Ad oggi, sono stati registrati oltre 320 mila siti con indirizzo .me, un dato che trasforma il piccolo Montenegro nel proprietario del dominio con la crescita più sostenuta nella storia di internet. Gli imprenditori che sono stati così accorti da accaparrarsi le combinazioni migliori, oggi le rivendono per cifre a tre zeri. E pensare che gli indirizzi più appetibili, come "love.me" o "write.me" sono stati preventivamente esclusi dalla vendita con l'idea di metterli all'asta fra qualche tempo.
Miracoli del cosiddetto "domain hacking", cioè l'idea di sfruttare le estensioni dei domini per ottenere brevi frasi facilmente memorizzabili e di grande appeal. Una pratica che ha fatto la fortuna di staterelli spesso minuscoli e sconosciuti. Si pensi soltanto al caso delle isole Tuvalu, in Polinesia, proprietarie dell'estensione .tv: grazie a un accordo con il colosso Verisign, il governo di quel paese riceve un milione di dollari ogni trimestre per lo sfruttamento del suo dominio, tanto amato dai grandi network televisivi.
Per la sua conquista, il Montenegro deve ringraziare il caso ma anche il signor Ilan Shavit, avvocato israeliano che il 23 maggio 2006, a quarantotto ore dal referendum sull'indipendenza, presentò richiesta all'Icann per assegnare al nuovo stato il dominio .me. Nella sua lettera si legge, tra l'altro: "Si tratterebbe di un bellissimo regalo a quel paese". Mai parole furono più profetiche.
Per una fortunata coincidenza, infatti, l'abbreviazione identificativa del Montenegro su internet è ".me", due lettere che casualmente formano anche il pronome oggettivo più usato sul web. Da quando l'Icann, l'autorità che gestisce i domini di primo livello, ha assegnato l'estensione .me al Montenegro, è partita una vera corsa all'oro per accaparrarsi indirizzi di valore irresistibile, come"youand.me" o "notify.me".
Ad oggi, sono stati registrati oltre 320 mila siti con indirizzo .me, un dato che trasforma il piccolo Montenegro nel proprietario del dominio con la crescita più sostenuta nella storia di internet. Gli imprenditori che sono stati così accorti da accaparrarsi le combinazioni migliori, oggi le rivendono per cifre a tre zeri. E pensare che gli indirizzi più appetibili, come "love.me" o "write.me" sono stati preventivamente esclusi dalla vendita con l'idea di metterli all'asta fra qualche tempo.
Miracoli del cosiddetto "domain hacking", cioè l'idea di sfruttare le estensioni dei domini per ottenere brevi frasi facilmente memorizzabili e di grande appeal. Una pratica che ha fatto la fortuna di staterelli spesso minuscoli e sconosciuti. Si pensi soltanto al caso delle isole Tuvalu, in Polinesia, proprietarie dell'estensione .tv: grazie a un accordo con il colosso Verisign, il governo di quel paese riceve un milione di dollari ogni trimestre per lo sfruttamento del suo dominio, tanto amato dai grandi network televisivi.
Per la sua conquista, il Montenegro deve ringraziare il caso ma anche il signor Ilan Shavit, avvocato israeliano che il 23 maggio 2006, a quarantotto ore dal referendum sull'indipendenza, presentò richiesta all'Icann per assegnare al nuovo stato il dominio .me. Nella sua lettera si legge, tra l'altro: "Si tratterebbe di un bellissimo regalo a quel paese". Mai parole furono più profetiche.
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