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29 gen 2010
Larry Ellison presenta la «nuova» Oracle
Intascata la scorsa settimana, il 21 gennaio, l'approvazione senza condizioni da parte della Commissione Europea per l'acquisizione di Sun Microsystems (rimangono pendenti solo i via libera di Cina e Russia), Oracle si appresta a lanciarsi in quella che qualcuno ha definito la sua seconda vita. Che si articolerà non solo lungo un'offerta di soluzioni software aziendali a tutto campo ma anche con un'anima da hardware vendor, per altro profilatasi in parte (vedi la cosiddetta database machine) parecchi mesi prima della scalata multimiliardaria a Sun. Come primo effetto della fusione Sun si è ritirata dal mercato borsistico Nasdaq dopo 24 anni dalla prima quotazione, avvenuta nel 1986.
Parola d'ordine: integrazione
L'essenza della nuova strategia congiunta di Oracle è stata descritta ieri a Redwood Shores, sede del quartier generale della società californiana, in una non stop di oltre cinque ore dal Ceo Larry Ellison e da vari altri executive della compagnia. Il menu servito alla platea di clienti, partner e media era scontato: roadmap di prodotto e i benefici di un offering "unificata" che, ora è ufficiale, comprenderà server, apparati di storage, sistema operativo, database (anche open source con MySql), ambienti di sviluppo (Java), middleware e applicazioni. E quindi elementi essenziali di un'architettura informatica, progettati – questo il claim - per funzionare in modo del tutto integrato fra di loro. Un grande puzzle di pezzi, in definitiva, che dentro le grandi organizzazioni possono e devono funzionare insieme in modalità "out of the box" per aiutare i Chief information officer nel loro compito forse più difficile: rendere le risorse It più flessibili da gestire, più sicure e più facili da usare in relazione alle esigenze del business. Delle tante operazioni condotte negli ultimi 10 anni (da Jd Edwards a Bea Systems), quella riguardante Sun è quella che apre maggiori prospettive e con esse scenari di mercato inediti, dove Oracle si troverà dalla parte opposta della barricata rispetto alle varie Ibm, Hewlett Packard, Dell e vari altri hardware vendor, fra cui alcuni suoi storici clienti/partner per le applicazioni e i database. Completata l'acquisizione, il vero lavoro di integrazione inizia ora ed Ellison e i suoi fedelissimi hanno spiegato come si muoverà strategicamente un'azienda che ora conta di circa 110mila dipendenti (27mila quelli ereditati da Sun) e un portfolio di prodotti assai ricco. Nella nuova avventura qualcuno perderà il posto ma sono già previsti 2mila nuove assunzioni, un numero doppio – ha detto Ellison – degli addetti che verranno tagliati.
La scommessa sui server e sul database open source
Riferendosi alle difficoltà vissute da Sun in passato a causa di una struttura di supply chain "molto complessa", tanto il Ceo di Oracle che il President della compagnia californiana, Charles Phillips, hanno fatto capire chiaramente che la società interverrà subito in questa direzione per portare, in buona sostanza, più velocemente sul mercato e ai clienti il lavoro degli ingegneri. E confermato inoltre che continueranno gli investimenti in tutte le principali piattaforme server di Sun (per quanto verranno tagliati alcune linee di prodotto) e anche sulla famiglia di processori Ultrasparc Tx (a suo tempo battezzati con il nome in codice "Niagara") con l'intento di far diventare il business di Sun e quello legato ai sistemi hardware in particolare "immediatamente profittevole". Come? Vendendo per esempio le singole macchine direttamente alle grandi imprese, che sono del resto da sempre il target di riferimento per Oracle, senza passare dai partner di canale piuttosto che far leva su pacchetti integrati hardware e software espressamente pensati per specifici settori, dal retail alle telecomunicazioni. Ellison ha utilizzato spesso il termine "value", valore, intendendo con questo la necessità – per i partner in primis - di dare ai clienti qualcosa di più del solo "ferro" (i server e gli apparati) e delle classiche applicazioni. Su Java, il linguaggio di sviluppo che portava molto lustro a Sun, il gran capo di Oracle è stato esplicito: "ci sono un sacco di soldi da fare nel campo dei middleware e la prossima generazione di applicazioni Fusion saranno basate interamente su Java. E noi sappiamo come fare soldi con Java". Quanto a MySql, e cioè il database open source che di fatto ha tenuto in scacco presso l'Unione Europea l'acquisizione di Sun, l'obiettivo di Oracle è quello di supportarlo al meglio e migliorarlo, fermo restando che verrà distribuito con la licenza Gpl (General Public Licence) e che verranno estesi per altri cinque anni i termini e le condizioni delle attuali licenze commerciali. Di questo prodotto, dicono gli executive della società di parlerà molto quest'anno e non solo perché diventerà di fatto il prodotto portabandiera della business unit open source della società. Tantissima carne al fuoco, dunque, ma in casa Oracle anche questa volta non sembrano essere molto preoccupati dello sforzo di integrazione che li attende. E tanto per non perdere l'abitudine nel comprare società, Larry Ellison pare sia molto intenzionato a comprare i Golden State Warriors, la squadra di basket di San Francisco che milita nell'Nba. L'operazione potrebbe costare, stando alla valutazione fatta da Forbes lo scorso dicembre, 315 milioni di dollari. Per il terzo uomo più ricco d'America, forte di un patrimonio personale di 22,5 miliardi, una sorta di bazzecola. Tanto più che da qualche giorno può fregiarsi in tutto e per tutto di essere il padrone di Sun Microsystems, una delle storiche icone della Silicon Valley.
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