Johan Stenebo ha fatto una rapida carriera: nove mesi fa la rottura
«Il signor Ikea? Usa metodi da Stasi»
La vendetta dell'ex braccio destro di Kamprad in un libro: «Sembra un asceta, esige lealtà fino alla morte»
MILANO - È uno degli uomini più ricchi del pianeta (nel 2008 secondo Forbes era al 7° posto), famoso per il suo "pauperismo", pare conseguenza di una incredibile tirchieria. Ingvar Kamprad, il "signor Ikea" vive in una casa normale in Svizzera, con mobili aziendali che monta da solo. Si racconta che un divano "Klippan" vecchio di 30 anni arreda ancora il suo salotto, a testimonianza della longevità e affidabilità dei suoi prodotti. Ma all'alba dei suoi 83 anni, sulla vita spartana e apparentemente integerrima del Paperone svedese arriva una sciabolata da far tremare i polsi. Tanto più che il mettente è Johan Stenebo, per anni braccio destro del signore dei mobili low cost.
La copertina del libro di Johan Stenebo
La copertina del libro di Johan Stenebo
UNA VENDETTA PRIVATA? - Ha dato alle stampe il libro «Sanningen om Ikea» (la verità sull'Ikea), accusando il suo ex mentore di menzogne, razzismo e metodi degni della Stasi (i servizi segreti della Germania dell'Est). Entrato vent'anni fa all'Ikea di Amburgo ha fatto una rapida carriera che lo ha portato ai vertici dell’azienda, fino a diventare l’assistente personale di Kamprad. Nove mesi fa la rottura. È una resa dei conti - scrive il sito dello Spiegel -, una stroncatura, una montagna di biancheria sporca in 14 capitoli. «La ditta si fa guidare meglio, se Kamprad si presenta come un asceta e uno vecchio sciocco» afferma Stenebo. Il dubbio è più che lecito: si tratta di una vendetta personale? Lo stesso Spiegel dice che le sue rivelazioni sembrano accordarsi con «la logica del figlio perduto». L'autore si toglie molti sassolini dalle scarpe, anche nei confronti dei figli del capo, Mathias e Peter Kamprad, da 5 anni promossi alla guida del colosso. Soprattutto con Peter, il più grande, che si sente il «principe della corona», mentre Stenebo lo definisce un «razzista incompetente».
«LEALTÀ FINO ALLA MORTE» - L'ex braccio destro scrive nel libro di temere ritorsioni. Perché l'Ikea - dice - non è un colosso qualsiasi: con i suoi 135mila dipendenti in 44 Paesi è di proprietà esclusiva della famiglia ed è guidata dall'«onnipotente» Ingvar Kamprad come fosse una setta: «C’è una legge non scritta per i vertici da Ikea: lealtà a Ingvar fino alla morte». L'83enne non rilascia quasi mai interviste e, nel caso, solo a giornalisti selezionati. Utilizza metodi da Stasi - accusa Stenebo -, ha una fitta rete di informatori che riferiscono per telefono o per fax direttamente nella residenza privata di Kamprad in Svizzera. E per i dipendenti non svedesi, che sarebbero chiamati «negri», sarebbe impossibile fare carriera. Per il momento queste accuse, pesanti come macigni, non hanno trovato conferme né smentite. Quel che si sa è che Stenebo era dal 2008 a capo della divisione GreenTech, nata da pochi mesi con il compito di portare entro 2-4 anni sugli scaffali Ikea materiali ecologici come i pannelli solari. La multinazionale aveva annunciato l'investimento di oltre 50 milioni di dollari in cinque settori chiave da sviluppare in 250 punti di produzione: oltre al fotovoltaico, la conservazione dell’energia, il risparmio di risorse idriche, l'illuminazione alternativa e nuovi materiali. Chissà se in questa occasione il "guru" Kamprad metterà il naso fuori dal suo buen retiro per raccontare una diversa versione dei fatti?
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