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4 ott 2009

Wang Chuan-Fu, il Paperone di Cina una fortuna con l'auto verde

Wang Chuan-Fu: L'uomo più ricco del 2009 nel grande paese asiatico è un giovane costruttore di veicoli elettrici. Buffet ha creduto e investito nella sua azienda, oggi leader in un mercato di grande potenzialità





Anche stavolta la Cina brucia tutti sul futuro incoronando uomo più ricco del 2009 un eco-imprenditore. Non uno che vende petrolio o gioca pericolosamente in Borsa, nemmeno un genio dell'informatica o dei computer, ma un costruttore d'auto: elettriche. Il fortunato di chiama Wang Chuan-Fu, ha 43 anni e secondo l'indagine dell'agenzia finanziaria Hurun di Shangai è riuscito a surclassare tutti i capitalisti del dragone raggiungendo l'astronomico patrimonio di 5,1 miliardi di dollari. Non male per un signore che ha messo su l'attività solo quattordici anni fa.

In principio fu la batteria (da bere)
L'avventura parte nel 1995, quando Wang, figlio di umili contadini, rimasto orfano giovanissimo, si butta a capofitto nel nascente mercato dei telefonini. I fratelli l'hanno aiutato a prendere una laurea in chimica, per un po' lavora come ricercatore per il governo, ma ben presto fa il giro del parentado per raccogliere i 300mila dollari che gli servono a produrre un particolare tipo di batterie al litio: sono il futuro, ne è convinto. In pochi anni diventa fornitore di marchi famosi come Sanyo e Sony, Nokia e Motorola, ma vuole ancora di più. L'area economica speciale di Shenzhen, dove avvia l'azienda, gli consente di rapportarsi al sistema mondiale con grande agilità. Nel 2003 decide così di entrare nel giro delle auto elettriche facendo il gran salto: passare dalla produzione della batteria all'auto tutta intera. Costruire insomma un mezzo di trasporto in perfetta sintonia con le esigenze della nuova Cina: risparmio, efficienza, e, perché no, un sano impatto ambientale. Certo i concorrenti si chiamano Toyota e General Motors, ma il signor Wang non ha paura di niente: per dimostrare la salubrità del suo prodotto, s'è bevuto davanti a una platea di giornalisti il liquido contenuto nelle batterie. Un po' amaro, ha riferito agli astanti, ma certamente non tossico.

Lo zampino - miliardario - di Buffet
Insomma, un tipo tosto, cui però la sorte ha offerto anche un bel colpo di fortuna. Giusto un anno fa il genio degli investimenti globali Warren Buffet adocchia l'azienda, ormai lanciatissima nel mondo delle auto elettriche e ibride made in China, e decide di acquisirne il 10%. L'operazione non sfugge agli osservatori finanziari, e nel corso degli ultimi mesi la credibilità dell'impresa è salita parallelamente ai suoi valori azionari: +800% in un anno, una capitalizzazione schizzata oltre i 18 miliardi di dollari (il fondatore e presidente detiene il 28% delle azioni). Quanto a mister Buffet, ha visto giusto come al solito: investiti 230 milioni nel 2008, si ritrova oggi in tasca 1,7 miliardi di dollari. Ma se li è guadagnati, visto che, proprio grazie alle sue preziose p.r., all'ultimo Salone di Detroit anche Barak Obama ha potuto apprezzare un luccicante modello E6 by Wang.

Verde speranza
Scoprire che proprio il mercato dell'auto sia riuscito ad esprimere il business di maggior successo nel colosso cinese è forse il dato più sorprendente della storia. Se in tutto il mondo l'industria automobilistica vive un momento difficile, la versione verde del comparto ha dimostrato invece un'eccellente performance. Dato confermato anche dalla seconda posizione del ranking Hurun 2009 sui Paperoni cinesi: la medaglia d'argento spetta infatti a Zhang Yin, proprietaria (insieme alla sua famiglia) della Nine Dragons Paper, società che si occupa del recupero e del riciclo della carta. Un'altra eco-impresa, insomma. E' la prima volta che una donna sale così in alto nella classifica, ma è chiaro che qualsiasi sogno, a questo punto, deve fare i conti con il new deal cinese. Non per niente l'azienda di Wang si chiama Byd, Build Your Dreams (costruisci i tuoi sogni), e garantisce standard di felicità a tutti i suoi 130mila dipendenti distribuiti in 11 stabilimenti (ce ne sono anche in India, Ungheria e Romania). Spiega Wang: "Il nostro segreto sono le persone. Lavoriamo tantissimo, per noi giovani cinesi è normale, ma la più grande soddisfazione è vedere i risultati di un impegno straordinario: il mondo che cambia sotto i nostri occhi". E diventa un po' più verde, perfino.

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