L’assistente racconta a Vanity Fair i retroscena della più grande frode della storia
La segretaria svela il Madoff segreto
«Ora con il suo silenzio cerca di proteggere qualcuno»
WASHINGTON - Sapeva essere generoso e volgare. Capace di pagare (non di tasca sua comunque) le cure del figlio di un dipendente e pronto a insultare a sangue segretarie e collaboratori. Paludato, naturalmente elegante. E incline all’ironia greve, battute e gesti da caserma, manomorta compresa. Era Jekyll e Hyde. L’uomo di mondo, stimato e corteggiato da ricchi e famosi. E il maniaco sessuale, l’agenda personale con una lunga lista di massaggiatrici, che frequentava anche durante le ore del trading. Pochi hanno conosciuto Bernie Madoff meglio di Eleanor Squillari, la segretaria che gli è stata vicina dal 1984. Se le vittime, in buona parte ebrei, della sua ventennale catena di Sant’Antonio, una truffa da 65 miliardi di dollari, lo hanno paragonato a Hitler, che come lui decimò i loro patrimoni, allora lei è Traudl Junge, l’ultima assistente del capo del nazismo. E come la dattilografa, che ne batté a macchina le ultime volontà nel bunker della cancelleria, seppe solo a guerra finita dell’Olocausto e dei crimini di guerra, anche Squillari giura di non aver mai avuto il più piccolo sospetto che la facciata rispettabile del suo mago della finanza fosse in realtà un villaggio Potemkin a copertura di un’impresa criminale. Tant’è.
Prima scioccata e incredula di fronte all’arresto di Madoff, poi sempre più delusa, arrabbiata e decisa a lasciarsi alle spalle «la persona che ammiravo», Squillari ha deciso di dare tutto l’aiuto possibile agli agenti dell’Fbi e di raccontare in un lungo articolo appena uscito su Vanity Fair la vita quotidiana nel Lipstick Building, il prestigioso edificio di Manhattan dove la Bernard L. Madoff Investment Securities occupava tre piani. Un capo facile alle allusioni sessuali pesanti, quello di Eleanor: «Spesso usciva dal suo bagno, che stava diagonale rispetto alla mia scrivania, ancora abbottonandosi la patta. Se vedeva che scrollavo la testa in segno di disapprovazione, mi diceva: 'Dai, lo sai che ti eccita'. Oppure cercava di mettermi una mano sul sedere e commentava: 'Ma lo sai che sei ancora carina?'. Io non l’ho mai preso sul serio. Era il suo modo di essere affettuoso». Bernie era sensibile al fascino femminile, amava flirtare spesso e per questo sua moglie Ruth «lo teneva d’occhio come un’aquila». Aveva un debole per i massaggi: «Una volta l’ho trovato mentre scorreva su una rivista i numeri delle call girl e verificava le foto. Nella sua agenda, alla M, aveva almeno una dozzina di telefoni di massaggiatrici. Gli dissi che se l’avesse perduta e qualcuno l’avesse trovata, avrebbero pensato che fosse un pervertito. Quando prenotava un massaggio, diceva: 'Vado fuori a passeggiare'. Tornava dopo un’ora, di umore migliore».
E di buon umore Bernie e sua moglie Ruth, una donna ossessionata dalle apparenze e abituata a spendere fortune in gioielli, vestiti e interventi di chirurgia estetica, sembrarono anche la sera del 10 dicembre scorso, alla cena di Natale che ogni anno offrivano ai dipendenti. Mancavano poche ore all’arresto del finanziere e al crollo di quella che un agente dell’Fbi ha definito la loro «Disneyland». Ma Eleanor Squillari sapeva con certezza che «qualcosa non stava funzionando » più, nell’universo rarefatto e in apparenza irreprensibile del suo boss. Era da mesi, da quando in settembre Wall Street era implosa sotto il peso dei titoli tossici, che succedevano cose strane. Nelle ultime settimane, racconta la signora italo-americana, «Bernie era fisicamente uno straccio, si misurava ossessivamente la pressione, prendeva farmaci per tenerla giù».
Quel giorno poi, una frase detta da Bernie al telefono e riferitale dall’autista, l’aveva colpita particolarmente: «Andy era così nervoso che se l’è quasi fatta addosso». Andrew è uno dei due figli di Madoff, entrambi suoi collaboratori: «Aveva saputo ciò che io avrei saputo il giorno dopo: suo padre era un truffatore». Il solo? Eleanor è convinta di no. Crede che Madoff, una volta vista la fine avvicinarsi, abbia predisposto con cura l’uscita di scena, arresto compreso. E pensa «non sia umanamente possibile » quello che da dicembre continua a ripetere ai federali, cioè di essere l’unico responsabile della più grande frode della Storia: «Sta cercando di proteggere qualcuno».
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