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14 dic 2007

Italia, un caso disperato?


Ora vi riporto la mia traduzione dei passaggi più interessanti dell'articolo del newyork times sull'Italia, a cui Napolitano ha risposto con parole si belle, ma vuote come al solito.
Infatti come si fa a pensare che una persona che pensi veramente quello che dice, possa poi agire in maniera così palesemente contraria?
Non ultima, e con questo chiudo la prefazione all'articolo, mentre si cerca di risparmiare su tutto ecco che Napolitano non rinuncia a vivere nelle REGALI e sontuose dimore del Quirinale, in cui i precedenti presidenti, partendo da Cossiga, non se l'erano sentita di vivere. Proprio a causa del troppo sfarzo che stride con un Italia in difficoltà economiche, e aggredita dalle manifestazioni di delinquenti...

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Tutto il mondo ama l'Italia, perchè è antica ma ancora glamour.
Perchè mangia e beve, ma è raramente grassa o ubriaca.
Perchè è l'europa super regolata, dove le persone dibattono intelligentemente su cosa possa significare la luce rossa del semaforo.
Ma in questi giorni, aldilà dell'adorazione esterna e della sua innata resistenza, sembra non amare se stessa.
La parola in questione è "malessere", implica una collettiva paura, economica, politica, sociale, riassunto in un recente sondaggio: gli italiani, aldilà del loro vanto di aver padroneggiato le arti del vivere, sono le persone meno felici dell'europa occidentale.

I problemi sono per la maggior parte sempre gli stessi, ed è proprio questo il problema, si sono semplicemente trascinati nel corso degli anni e non appare chiaro come cambiarli.

Ma la frustazione sta aumentando perchè queste debolezze ci sono ancora e se nel 1987 l'Italia festeggiava la parità con l'Inghilterra, ora la SPagna che si è unita all'unione europea solo 1 anno dopo, può presto passarle avanti, e l'italia si è ritrovata dietro il regno unito.
La vita con una così bassa soglia tecnologica può incoraggiare i turisti, ma l'utilizzo di internet e il commercio sono i più bassi in europa, come le paghe gli investimenti esteri e la crescita.
Le pensioni, il debito pubblico e il costo del governo sono tra i più alti.

Gli ultimi dati mostrano una nazione sempre più vecchia e povera, tanto che le associazioni cristiane hanno proposto di aumentare i pacchetti di cibo per i poveri.
Ancora più preoccupante è che la tenacia italiana sta diventando debolezza, le medie e piccole imprese stanno sforzandosi di rimanere al passo con l'economia globale, con la particolare attenzione alla china dalla produzione a basso costo.
Dubbi si addensano anche sulla famiglia: il 70% degli italiani tra 20 e 30 anni vivono ancora a casa, condannando i giovani ad una prolungata e improduttiva adolescenza. I più illuminati, come i più poveri abbandonano l'italia, come 100 anni fa.


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Poi comincia una carrellata su tutto quello che è successo negli ultimi anni, da Grillo con Vday alla pubblicazione della Casta, dalle disavventure di governo di Prodi e Berlusconi, ponendo l'accento sul fatto che sono sempre gli stessi i protagonisti della politica italiana. E' un alternarsi delle stesse facce, e si chiedono come facciano a risolvere i problemi se non sono stati in grado la volta precedente. Bella domanda. E ancora come si possa fare dei governi costituiti da nove e più parti combattenti (Governo Prodi).
E si continua con tutto ciò che non va nel paese, giovani a casa fino a 40 anni, il peso sempre minore della chiesa di Roma, passata si dice da pilastro della cultura a lobby.
E ancora sull'incremento dei prezzi dopo l'entrata in vigore dell'euro, l'impossibilità di ricorrere alla leva dell'inflazione, la perdita dei valori della famiglia con un numero sempre crescente dei divorzi e sempre in diminuzione le nascite. L'invecchiamento della popolazione che si dice essere secondo solo alla svezia. I giovani non lavorano (tra 15 e 24 anni il 21% non ha lavorato nel 2006), e politici e presentatori (si accenna all'ultimo festival di sanremo) sempre più vecchi, in media 68,70 anni a capa.
Dopo la morte di Luciano Pavarotti si dice che l'italia è solo pasta e pizza, non ci sono più Pasolini o Fellini o Sofia Loren e la televisione e il cinema sono raramente considerati sulla cresta dell'onda.
Riprendiamo con la traduzione su una parte migliore:
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Ma in Italia ci sono la Ferrari, la DUcati, la Vespa, Armani, Gucci, Piano, Illy, Barolo, tutti simboli di stile e prestigio. E molti pensano che il futuro sia nel commercio del "Made in Italy".
Il vino italiano è un primo test, i produttori si sono spostati dalla quantità alla qualità, Illy, la produttrici di caffè, sta fiorendo sulla base dell'unione di qualità e metodi innovativi e stile nella presentazione.
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Non è chiaro se la strategia del made in Italy sarà abbastanza. Lo scetticismo suggerisce che gli investimenti stranieri, i fondi per la ricerca e sviluppo e i fondi investiti da capitalisti rimangono bassi, e non fanno essere competitiva l'italia.
Ma gli entrepreneurs della nazione sono dei punti luminosi sulla terra con pochi altri. Alcuni suggeriscono che le generazioni dei più giovani rappresentano la chiave del futuro, se non ora sicuramente quando i potenti moriranno.
Sono educati, hanno viaggiato e come ha detto Beppe Grillo, usano internet.
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Ma sottolineare i problemi è il passo più piccolo. Ci sono molte preoccupazioni che l'italia abbia la stessa sorte della repubblica di venezia, basata su quella che molti considerano la più bella delle città, ma il cui dominio del commercio con il vicino oriente si spense senza dare nessun risultato evidente. La conquista di Napoleone nel 1797 rese ciò ufficiale. Ora è essenzialmente un'eccezionale salma, calpestata da milioni di turisti.
L'Italia non deve diffondere i propri comfort per cambiare, dicono molti, altrimenti un simile destino la aspetta: bloccata dalla passata grandezza con turisti agiati come questionabile fonte di vita, la Florida dell'Europa.
" Il malessere è: ' Io posso vedere tutto questo, ma non posso far nulla per cambiarlo,' " ha detto Grillo Severnigni giornalista del corriere della sera.
Ma, " per cambiare le cose bisogna cambiare i propri individuali modi di agire: rifiutare i compromessi, pagare le tasse, non chiedere favori quando si cerca un lavoro, non cercare una spinta per il figlio che deve scegliere l'università".
" Il bello è che siamo arrivati ad un punto in cui aspettiamo il cavaliere bianco che ci salvi".
"Noi Italiani abbiamo il destino nelle nostre mani più che in ogni altro momento", conclude Severnigni.


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NewYorkTimes

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