Firenze, ora i lavavetri rischiano l’arresto
Ordinanza della giunta di centrosinistra: in cella fino a tre mesi. Critiche da Prc e destra
FIRENZE — Spugna, secchio e spatola di gomma? Strumenti di reato. Chi li impugna e li brandisce davanti a semafori e incroci rischia una denuncia penale e nei casi peggiori l’arresto sino a tre mesi. Già, perché da stamani i lavavetri fiorentini sono fuorilegge. Lo prevede un’ordinanza del Comune firmata ieri dall’assessore alla Sicurezza urbana, l’ex senatore Graziano Cioni, Ds. Un provvedimento, unico in Italia, destinato a suscitare polemiche. Ieri, subito dopo l’annuncio, è arrivata la prima bordata di critiche. Quasi tutte dalla sinistra radicale e da settori della Chiesa e dell’associazionismo. Cioni, ribattezzato dai fiorentini «lo sceriffo» per il suo decisionismo, ribatte sereno. «Se qualcuno pensa che il lavavetri, almeno a Firenze, sia il bravo extracomunitario che prende un po’ di mancia, è rimasto alla preistoria.
L’ordinanza ha motivazioni gravi di sicurezza dopo decine di episodi accaduti in città dove esiste un gruppo di almeno una sessantina di lavavetri, per lo più rumeni, che si accanisce contro gli automobilisti, scegliendo i più deboli: donne e anziani». Cioni racconta di continue segnalazioni, di atti intimidatori in un clima divenuto insostenibile almeno in alcune zone di Firenze. «Ci sono lavavetri che sono saliti sulle auto di anziani perché volevano più soldi — continua Cioni — altri che hanno minacciato con i bastoni donne e bambini. Mi hanno raccontato di episodi di arroganza, prepotenza, molestie. Che cosa dovevamo fare? Aspettare che succedesse qualcosa di peggio?».
L’ordinanza è solo limitata ai lavavetri. Nessun provvedimento è stato deciso per l’accattonaggio. Insomma, chiedere elemosina ai semafori fiorentini è consentito, strofinare con un panno umido i vetri di un’auto è «severamente vietato». Un controsenso? «Assolutamente no — risponde l’assessore —. Perché esiste una profonda differenza tra coloro che chiedono l’elemosina e i lavavetri. Chi chiede non molesta nessuno. Non succede così per chi con la spatola si presenta davanti a un’auto anche se ovviamente ci sono anche le persone civili».
La decisione di Palazzo Vecchio (non commentata dal sindaco, Leonardo Domenici, in vacanza in Grecia) non è piaciuta alla sinistra. «Un’ordinanza eccessiva non degna di Firenze«, l’ha definita il segretario toscano di Rifondazione comunista, Niccolò Pecorini. Mentre Ornella De Zordo, consigliere comunale di una lista di sinistra, si è detta stupefatta: «Da un’amministrazione di sinistra non mel’aspettavo. Questi provvedimenti seguono soltanto una logica di destra».
Critico anche Paolo Beni, presidente nazionale dell’Arci: «Una misura eccessiva. Il degrado non può essere arginato con provvedimenti di questo tipo. Se ci sono comportamenti scorretti si agisca di conseguenza colpendoli e non con misure di proibizionismo generalizzate. Firenze non ha bisogno di questo». Don Giovani Momigli, responsabile pastorale della diocesi: «Bisogna evitare di prendere provvedimenti sull’onda dell’emotività ma farli rientrare in progetti complessivi ». Di segno opposto la reazione del sindaco di Verona, il leghista Flavio Tosi: «Un provvedimento interessante. Staremo a vedere l’efficacia e se veramente l’ordinanza avrà effetto deterrente sul fenomeno dei lavavetri, la adotteremo anche noi».
Marco Gasperetti
28 agosto 2007
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