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23 ago 2007

Manager e imprese




Continuiamo ad addentarci nell'analisi di ciò che serve al nostro paese e ad ogni persona che si ritenga un professionista (di qualunque cosa si occupi):

Il gap manageriale del vecchio continente

di
Nick Bloom
Raffaella Sadun
John Van Reenen


La modesta crescita della produttività registrata da molti
paesi europei rispetto agli Stati Uniti è una delle questioni più dibattute nei
circoli di politica economica. Un’opinione diffusa è che le differenze nel tipo
di pratiche manageriali adottate nei vari paesi giochino un ruolo decisivo nello
spiegare le diverse dinamiche di produttività. Questo tipo di spiegazione vede i
suoi albori nei lavori degli storici economici Alfred Chandler e David Landes, i
quali addebitavano l’arretratezza delle imprese europee alla scarsa qualità
delle loro pratiche manageriali. A conferma di questa ipotesi, i tecnici e gli
uomini di affari inviati in Europa nel 1947 nell’ambito del piano Marshall
sostenevano che l’efficienza delle pratiche manageriali fosse il principale
fattore alla base del vantaggio delle imprese statunitensi. Tradizionalmente,
gli economisti sono stati restii a partecipare al dibattito sul rapporto fra
management e produttività. Questo atteggiamento è attribuibile principalmente
alla mancanza di dati che documentassero in modo sistematico le diverse pratiche
manageriali adottate dalle imprese. Nel corso degli ultimi anni, il Centre for
Economic Performance della London School of Economics ha condotto una serie di
ricerche finalizzate a colmare questo vuoto. Fra il 2004 ed il 2006 abbiamo
misurato sistematicamente le pratiche manageriali di circa 4,000 imprese
manifatturiere in 12 paesi, fra l‘Europa, gli Stati Uniti e l’Asia. Combinando i
risultati delle nostre survey sulla qualità del management con dati contabili a
livello di impresa, siamo stati in grado di esplorare il rapporto fra il
management, le caratteristiche dell’economia e la performance aziendale. La
nostra ricerca mostra che migliori pratiche manageriali si accompagnano ad una
superiore produttività d’impresa ed al positivo andamento di altri indicatori di
performance aziendale, come il ritorno sul capitale impiegato, il fatturato per
dipendente, la crescita del fatturato e l’incremento nelle quote di mercato. Il
fatto che questi risultati si riscontrino in tutti i paesi nel nostro campione
suggerisce che la nostra definizione di "buone" pratiche manageriali non misuri
semplicemente approcci manageriali di stampo anglosassone. I dati mostrano che
le differenze nelle pratiche manageriali adottate spiegano una parte sostanziale
– fra il 10% ed il 30% - delle differenze di produttività fra imprese e paesi. I
fattori che determinano tale eterogeneità nella qualità del management fra
imprese che competono su mercati simili è uno dei temi esplorati dalla nostra
ricerca. In questo articolo presentiamo alcune possibili spiegazioni per tali
differenze e proponiamo alcune misure di policy che a nostro parere possono
incoraggiare l’adozione di pratiche manageriali efficienti.

... e la conclusione

La nostra ricerca mostra l’esistenza di un gap manageriale molto marcato fra molti paesi europei e gli Stati Uniti. A nostro parere, questa situazione può essere modificata dai Governi europei, incoraggiando l’adozione di pratiche manageriali efficienti. Mercati concorrenziali e mercati del lavoro flessibili sono fortemente associate a migliori pratiche manageriali, così come il livello di educazione della forza lavoro. Interventi atti a migliorare questi aspetti saranno decisivi nel processo di trasformazione che i diversi paesi – emergenti e non – devono seguire se vogliono conservare o migliorare la loro competitività sui mercati globali.


(... continua)
tratto da La voce

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