"Nei nove anni trascorsi dall’ultima crisi finanziaria d'agosto — quella che fu innescata dall’insolvenza della Repubblica Russa nel 1998 — il mondo è profondamente cambiato. La trasformazione più importante è stata la nascita di nuovi mercati che consentono di distribuire il rischio, un fenomeno che in realtà ha origini fin dalla fine degli Anni 80. In passato il rischio era concentrato soprattutto nelle banche. Oggi le banche, quando erogano un prestito (una linea di credito a un’azienda, o un mutuo ad una famiglia) hanno la possibilità di venderlo immediatamente ad altri investitori. Il rischio in questo caso non rimane più concentrato nelle banche, ma si diffonde tra una miriade di investitori.
Quanto sta accadendo in queste settimane pone un’ovvia domanda: queste trasformazioni hanno reso i mercati più o meno fragili? Hanno prodotto dei benefici concreti per l’economia? E’ abbastanza intuitivo che un mercato con più partecipanti sia in grado di assorbire fluttuazioni nella domanda e nell’offerta in maniera molto più efficiente di un mercato limitato a pochi partecipanti. Questo è il meccanismo fondamentale. E’ miope pensare che la riduzione drammatica nei premi al rischio che ha caratterizzato gli ultimi anni sia stata una bolla speculativa. I premi al rischio sono scesi in buona parte per effetto dell’ampliamento dei mercati finanziari. Mercati più ampi hanno consentito di ridurre il costo del capitale e quindi di aumentare investimenti, attività economica e occupazione...."
(dal corriere della sera)http://www.corriere.it/Primo_Piano/Economia/2007/08_Agosto/19/giavazzi_giovannini_crisi_mutui_predicatori_lezioni_mercato.shtml
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19 ago 2007
Crisi, «predicatori» e la lezione del mercato
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