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25 set 2009

Twitter vale 1 miliardo di dollari


Chissà se Biz Stone continuerà a vivere spartanamente nel suo bilocale da 80 metri quadrati, ora che si ritrova seduto sopra una montagna di dollari potenziali. La start-up di cui è il cofondatore, Twitter, ha infatti appena ricevuto una nuova iniezione di capitali - 100 milioni di dollari - ed ora viene valutata intorno a 1 miliardo di bigliettoni.



INVESTIMENTI - Ad alzare la posta in gioco, scommettendo sul sito di microblogging più popolare nonché fenomeno mediatico di questi ultimi tempi, è stata una cordata di investitori capitanati dalla newyorchese Inside Venture Partners, che hanno così portato a 155 milioni di dollari i finanziamenti complessivi raccolti dalla start-up. Una somma considerevole per un’impresa che ha solo 60 dipendenti e che ancora non ha visto guadagni di alcun genere. La sperimentazione con la pubblicità è iniziata da poco, ma lo stesso Stone recentemente ha spiegato che fino al 2010 non ci sarà un advertising massiccio. Insomma, il trio che tre anni e mezzo fa ha dato vita alle conversazioni istantanee in 140 caratteri - oltre a Stone, Evan Williams e Jack Dorsey – se la prende comoda.

LA NOVITÀ DEL SERVIZIO - Oggi Twitter attrae 54 milioni di visitatori al mese (dati comScore), ma soprattutto è continuamente al centro dell’attenzione mediatica, che si tratti dell’ultima celebrità iscritta al servizio o del suo utilizzo in funzione anticensura testimoniato dai giovani iraniani. E anche se numericamente meno rilevante di altri siti di social networking come Facebook, viene spesso percepito come un elemento di radicale novità. «Rappresenta il prossimo strato di innovazione su internet – ha dichiarato al New York Times l’investitore John Borthwick – I soldi arrivano perché prefigura un cambiamento».

OBIETTIVO: ALLARGARSI - Stone e soci ne devono essere ben consapevoli, perché già lo scorso anno rifiutarono un’offerta da 500milioni di dollari di Facebook, e altri abboccamenti da parte di Google e Microsoft. Per ora l’obiettivo sembra essere quello di allargarsi, visto che l’aspirazione è – come hanno rivelato documenti interni pubblicati dal blog TechCrunch – di raggiungere un miliardo di utenti, diventando così «il polso del pianeta». Megalomania? Certo non mancano i commentatori che, memori della bolla dot.com, si chiedono innanzitutto dove sono i profitti. E se Business Week si domanda se ne valga davvero la pena, il Financial Times, più prosaicamente fa due conti: 1 miliardo di dollari equivalgono a 7,14 milioni per carattere. E meno male che avevano fissato il limite di 140
corriere

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