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14 mag 2019

I consiglieri ‘voltagabbana’ del Comune di Roma. Il distanziometro va bene per il gioco d’azzardo ma non per la cannabis light



Politica e coerenza si conferma un binomio difficile, se non addirittura impossibile. Quello che però è andato in scena al Comune di Roma è uno spettacolo davvero deprimente.

Solo pochi giorni fa, in Commissione del Municipio di Roma, esponenti di diversi schieramenti politici si sono confrontati su una proposta di delibera che propone un meccanismo di distanze minime dai luoghi sensibili, alla stessa stregua dei punti di gioco legale, anche per le rivendite di cannabis light. Va detto infatti che a Roma, per un regolamento approvato nel 2017, l’apertura di un punto di gioco legale è subordinata al rispetto di una distanza minima di 500 da qualunque luogo sensibile.

Il consigliere comunale Maurizio Politi, leghista, ha suggerito per l’appunto un provvedimento similare che anticipava la direttiva del Minisero degli Interni, chiarendo l’analogia con il regolamento sui giochi.

Ironia della sorte tra i consiglieri chiamati a confrontarsi sulla proposta anche il presidente della Commissione Politiche sociali Maria Agnese Catini (M5S) che meno di due anni fa si diceva entusiasta per il provvedimento sui giochi “da noi fortemente voluto, per intervenire sul grave problema della dipendenza dal gioco d’azzardo, che riguarda la vita di migliaia di persone nella Capitale“. Molto più cauta oggi sulla possibilità di normare allo stesso modo i negozi di cannabis light.

“Sta alla scrupolosità del venditore accertarsi dell’età dei clienti; dovrebbero probabilmente aumentare i controlli – Non conosco gli studi citati ma ricordo che determinate sostanze sono usate a scopo terapeutico“, ha detto. Ma quando proponeva, come firmataria, il regolamento per le sale giochi, la consigliera Catini, ha mai pensato alla possibilità che anche i titolari di punti di giochi possano essere scrupolosi ?

Il meglio però lo dobbiamo al consigliere del PD Giovanni Zannola, lo stesso che nel 2013 proponeva (e otteneva) l’adesione di Roma al Movimento dei sindaci No-Slot.

“Pur comprendendo l’intenzione politica, questo va affrontato con proposte concrete e non demagogiche che fanno accrescere il consenso. E’ una materia molto delicata“. Come a dire che proporre certe soluzioni per il gioco non è demagogia. ” Sulla cannabis esistono studi e ricerche che andrebbero lette in maniera più approfondita e non così superficiale, limitandosi al solo pensiero di coloro che, all’interno del Consiglio Superiore della Sanità concordano con la linea del Ministro della Famiglia. Reputa che la soluzione a questo problema, se di problema si tratta, non può essere l’ampliamento del kilometraggio di questi negozi dai luoghi sensibili in quanto per un ragazzo fare 100 o 150 metri in più non cambia“.

Quindi le distanze minime che un sala giochi funzionano e per una rivendita di cannabis no? Ma dove vive il consigliere Zannola?

“L‘aspetto, invece, su cui l’Amministrazione Comunale dovrebbe soffermarsi sta nel fare prevenzione, educando al consumo consapevole, le sostanze psicotrope, non generano di per sè dipendenza nè, è scientificamente provato, tossicodipendenza, soprattutto nel caso di un basso livello di THC“.E invece tutti quelli che giocano sono ludopatici?

“Sono a favore della depenalizzazione e legalizzazione se non altro perchè la criminalità con queste droghe leggere fattura” ha aggiunto Zannola che evidentemente non è a conoscenza dell’esistenza di un mercato del gioco illegale.

Il consigliere del PD Antongiulio Pelonzi invece ha osservato che “non si può votare su una Delibera che chiede di limitare la vendita di prodotti legali, se ciò dovesse essere fatto occorrerebbe ampliare lo spettro dei prodotti dannosi elaborando un elenco di tutte quelle situazioni e sostanze che la Sindaca, in qualità di responsabile della salute pubblica, reputa dannose” . Consigliere, quando il Consiglio comunale votava il regolamento sui giochi Lei dov’era? Addirittura sostiene che “è impossibile vietare il libero commercio salvo modifiche della Legge nazionale, così lo Stato etico non può entrare nelle abitudini della gente, con divieti. Questo è vero sia dal punto di vista del diritto che dal punto di vista filosofico, a meno che non si faccia, e sarebbe rivoluzionario per un Comune, una Delibera quadro in cui il Consiglio Comunale e la Sindaca tracciano alcune abitudini come pericolose, segnalandole. Posto che ciò si possa fare deve essere, comunque, lasciata libertà di scelta al cittadino.”

La Sindaca, consigliere Pelonci, ha già firmato un regolamento sulle attività di gioco…se lo ricordi!

La consigliera Celli Svetlana, che nel 2017 ha votato a favore del regolamento sui giochi ritiene invece che si tratti “di politica della salute“. A suo avviso si dovrebbe proporre “una Mozione che impegna la Sindaca ad effettuare campagne di sensibilizzazioni, invitandola ad interfacciarsi, trattandosi di una questione nazionale, con il Governo. sono favorevole sulla messa in campo di azioni di sensibilizzazione ma ho delle perplessità sul fatto che la distanza del negozio possa demotivare l’assunzione di sostanze“.

Stessa posizione delle già citato Zannola per il quale ” il kilometraggio aggiuntivo non è un deterrente, occorre capire i motivi che portano al consumo non consapevole. L’Amministrazione dovrebbe intervenire coniugando consapevolezza e prevenzione“.

Il kilometraggio aggiuntivo, consigliere Zannola, a scopo deterrente è già stato applicato dal Comune di Roma…l’unico attenuante a suo favore è che quel regolamento, Lei, non l’ha votato..ma solo perchè non era ancora in Consiglio Comunale. mc

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