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3 feb 2017

Trump prepara una stretta sui lavoratori esteri qualificati



W YORK - Il governo di Donald Trump prepara un nuovo ordine esecutivo per limitare drasticamente l'ingresso negli Stati Uniti anche ai lavoratori più qualificati. Il provvedimento economico sui visti H1-B, che colpirebbe anzitutto il settore dell'alta tecnologia americano che dipende da questi lavoratori immigrati, è ancora allo stato di bozza. Ma farebbe seguito alla messa al bando per ragioni di sicurezza nazionale di tutti i rifugiati e dei cittadini di sette Paesi islamici decisa nei giorni scorsi tra proteste e confusione nazionale e internazionale. E alle minacce di sanzioni commerciali e tariffe contro imprese che fanno outsourcing all'estero.

I successivi giri di vite sugli stranieri rischiano di avere un effetto di gelo anche per i centri di ricerca e le università: negli ultimi anni il flusso di studenti e cervelli dall'estero è aumentato enormemente, con strategie di reclutamento da parte dei protagonisti dell'accademia che dagli iscritti internazionali ricevono porzioni sempre più significative delle loro entrate da rette universitarie. Il bando contro i sette Paesi islamici da solo dovrebbe costare ai college 16.000 studenti e 700 milioni di dollari in un anno. In un anno gli studenti stranieri contribuiscono complessivamente 30,5 miliardi di dollari all'economia statunitense.



Le reazioni dei vertici universitari e dell'hi-tech a quella che rischia di diventare una minaccia esistenziale si stanno moltiplicando. Un gruppo di grandi marchi - Apple (Alphabet) Google, Facebook e Uber -stanno ultimando una lettera al governo di critica collettiva delle strette sull'immigrazione, affermando che occorre allo stesso tempo garantire la sicurezza e il futuro economico del Paese. «In un'economia globale è cruciale attrarre i migliori», si legge nel testo rivelato dal sito ReCode. Amazon ha scelto nei giorno scorsi una strada più dura: appoggia ricorsi legali contro gli ordini esecutivi.


Formalmente Trump sta approntando il nuovo ordine sui visti specializzati per proteggere posti di lavoro e redditi americani, ma la realtà è che l'hi-tech, oltre a competere in un mondo globalizzato, deve fare i conti negli Usa su un mismatch delle qualifiche, che renderebbe comunque impossibile per le aziende oggi trovare candidati locali per simili impieghi.


Gli executive della Corporate America hanno semmai premuto a lungo per aumentare il tetto esistente per questi visti, ora di 85 mila l'anno. Se la bozza dell'amministrazione fosse firmata, «c'è il rischio di serie conseguenze per le società americane hi-tech sulla loro capacità di assumere l'elite dei talenti nel mondo», ha detto Blake Irving, il chief executive della società Internet GoDaddy. «Per essere chiari, l'intera economia americana è in gioco con questa bozza di provvedimento e i leader del mondo tech devono prendere posizione contro i suoi pericoli». Secondo Irving ci sono al momento gia' 500 mila posti da riempire nel settore dell'informatica.

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