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3 feb 2017

Martin Fiz, 54 anni, alla Mezza delle Due Perle: “Il segreto? Allenarsi con la testa”

Helsinki 14 agosto 1994. Maratona dei campionati europei. Anticipando i tempi, il podio è un “triplete” spagnolo. Martin Fiz vince in 2:10’31” davanti a Diego Garcia e Antonio Juzdado. Il mondo scopre la via “ispanica” alla maratona. Un anno dopo Martin, nativo di Vitoria (Paesi Baschi) vince il titolo mondiale a Goteborg dopo un duello titanico con il messicano Dionicio Ceron. Ed è l’inizio di un mito, che poi vedrà altre acmi a Atene 1997 (argento in un’altra edizione dei Mondiali), e primi posti nelle maratone di Rotterda, Seoul, Lago Biwa (Giappone, due volte) e Otsu (Giappone). Ce ne sarebbe abbastanza per sentirsi sazi di titoli e prestazioni (2:08’05” in maratona, tanto per fare un esempio), ma la passione e la classe del campione spagnolo sono immense, quasi eterne. Così, a 54 anni, Martin Fiz prenderà il via domenica 5 febbraio nella Mezza Maratona delle Due Perle.
Con quali sensazioni?
“E’ bellissimo continuare a correre dopo avere ottenuto titoli mondiali. Ci sentiamo dei privilegiati perché facciamo quello che più amiamo. Per me continuare a correre non rappresenta affatto una fatica”.
Qual è stata la sod
disfazione più bella della tua carriera?
“Senz’altro la vittoria nel Campionato del mondo 1995. A livello emotivo, però, mi sento legato all’arrivo degli Europei ’94, quando io, Diego Garcia e Alberto Juzdado conquistammo un podio tutto spagnolo. Indimenticabile”.
Come hai trovato cambiato il mondo della corsa su strada negli ultimi anni?
“L’unico cambiamento che ho avvertito è la massiva partecipazione delle donne nel running, e, a livello professionistico, il dominio africano nelle gare di fondo e velocità”.
Qual è la situazione attuale del mezzofondo e della maratona spagnoli?
“Sta avvenendo un cambiamento generazionale, come del resto in Europa. C’è bisogno di punti di riferimento  per la promozione dello sport”.
Con quali obiettivi correrai a Santa Margherita Ligure (Fiz corre attualmente la maratona in meno di 2h30′)?
Io me la passo bene soffrendo, quindi correrò al massimo delle mie possibilità. C’è la possibilità di correre insieme con Baldini e Anton, e questo mi dà una carica formidabile“.
Che consigli daresti a un master?
“Si goda questo sport senza farlo diventare un’ossessione. I benefici di fare atletica a una certa età sono più che altro psicologici”.
Tu, Anton e altri avete scritto la storia  del podismo per il vostro Paese. Qual’era il vostro segreto?
“C’è solo un segreto, allenarsi con la testa e entusiasmo per raggiungere gli obiettivi che ci si prefigge”.

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