Il sindaco di Firenze è entrato in teatro da una porticina secondaria
ed ha raggiunto in gran segreto l'ex premier
PARMA - Stracci e strattonate con Bersani e i big del Pd. Sorrisi e
strette di mano con Silvio Berlusconi. Verrà anche il giorno in cui
Matteo Renzi e il Cavaliere si incontreranno con tutti i crismi in una
sede istituzionale e alla luce del sole. Per ora siamo ancora nella
fase «carbonara» dove ogni incontro più o meno annunciato prevede
depistaggio della stampa e totale silenzio sui contenuti. Però i due
si cercano. E ieri sera si sono trovati. Anzi, ritrovati. Il tutto per
la gioia di chi nel Pd, ma non solo, da sempre sostiene che, tessere
di partito e storie personali a parte, il sindaco di Firenze e il
leader del Pdl hanno molto in comune, soprattutto nell'approccio
all'elettorato.
Il sindaco di Firenze Matteo Renzi (Ansa)
Ufficialmente tra i due c'è stata ieri sera solo una stretta di mano.
In realtà, hanno avuto un colloquio, riservatissimo, per quasi 20
minuti. Il faccia a faccia è avvenuto tra le 19.30 e le 20
nell'anticamera di una delle balconate del Teatro Regio di Parma dove
si sono aperte le celebrazioni in onore del centenario della nascita
di Pietro Barilla, il re della pasta made in Italy, un vero e proprio
mito nella città di Maria Luigia, da tutti conosciuto semplicemente
come «il signor Pietro». Fino all'ultimo, la presenza dei due è stata
in forse. In particolare quella di Renzi, da sempre amico di Guido
Barilla e della famiglia. I consulenti del sindaco hanno valutato a
lungo l'opportunità di venire a Parma e incrociare il Cavaliere,
perfettamente consapevoli che la cosa avrebbe inevitabilmente
sollevato un polverone politico, dando adito ai peggiori sospetti in
casa pd.
Renzi, accompagnato dal deputato pd Dario Nardella, è arrivato al
Teatro Regio alla chetichella, è entrato da una porticina secondaria e
si è subito diretto verso la zona delle balconate. Qui è stato
raggiunto da Berlusconi, arrivato invece a Parma in largo anticipo e
accolto dalla folla davanti al Teatro con fischi e applausi. Da quel
pochissimo che si è potuto sapere, è stato un colloquio «cordiale e
franco». A rompere il ghiaccio, è stato l'ex premier con una delle sue
domande spiazzanti: «Quanto sei alto, Matteo?». Lecito presumere che
la conversazione abbia poi virato sui temi caldi del momento, a
cominciare dalla scelta del nuovo inquilino al Quirinale.
Matteo e Silvio, stretta di mano e «cordialità»
di Nino Luca
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Le posizioni dei due, sull'argomento, sono praticamente agli antipodi.
Il sindaco si è speso apertamente per Romano Prodi. Il Cavaliere ha
addirittura minacciato una fuga di massa all'estero nel caso di
elezioni del suo principale avversario. Sul fronte invece del governo,
i due sono decisamente più vicini, entrambi fortemente orientati ad
andare al voto in tempi brevissimi e a dir poco perplessi sull'ipotesi
di un esecutivo di minoranza guidato da Bersani. Prima dell'inizio
dello spettacolo (una sorta di recital ideato da Giovanni Minoli dal
titolo «Pietro, cent'anni avanti» con personaggi come Luca Zingaretti,
Margherita Buy, Alessio Boni, Renzo Arbore, e una testimonianza del
maestro Riccardo Muti), Renzi e Berlusconi si sono nuovamente stretti
la mano sulle scale del Teatro per poi entrare in platea: il sindaco
accanto a Paolo Barilla e Luca di Montezemolo; il leader pdl, due file
più in là, vicino a Guido Barilla. In sala anche il primo cittadino di
Parma, il grillino Federico Pizzarotti, con il quale il collega
fiorentino ha scambiato alcune battute sul contestato inceneritore
(che a giorni verrà acceso, nonostante gli anatemi dei 5 Stelle).
Prima che si alzasse il sipario, l'ultima battuta, manco a dirlo, è
stata di Berlusconi (poi contestato da un centinaio di persone
all'uscita dal teatro): «Renzi mi vuole sfidare? Finora ne ho fatte
sei e le ho vinte tutte, ormai ho l'abitudine a vincere...». Meno male
che Prodi è in Africa e non può sentirlo.
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