«Prima il lavoro era totalizzante. Ora sono in armonia»
L'ex manager Marco davanti al suo orto |
FAMIGLIA - Marco è cresciuto a Busto Arsizio, nel Varesotto, cullato e protetto da una famiglia benestante che tutto si aspettava tranne che il figlio rifiutasse il consumismo e le comodità e abbracciasse un'esistenza fatta di cose elementari. «La presero – ricorda - come una scelta che non poteva stare in piedi, un gesto di temporanea follia. Contavano sul fatto che, finiti i soldi della liquidazione, sarei tornato». E invece accade il contrario. «Mi sono accorto presto – prosegue - che la mia vita era sommersa dai bisogni secondari indotti dal sistema in cui vivevo. Ero pieno di cose che non mi servivano e di cui pian piano mi dovevo liberare. In questo modo è stato più facile rendermi autonomo rispetto ai bisogni primari legati alla sopravvivenza, al cibo, ai vestiti e ad un riparo sopra la testa, e indirizzare quelli secondari nella direzione in cui volevo, senza che fossero condizionati dal marketing, dalla politica o da qualche scuola spirituale». L'ex manager trascorre circa otto anni nell'ecovillaggio della Valle degli Elfi, sull'Appennino tosco-emiliano. Due anni fa, in pieno inverno, si sposta in Abruzzo per dar vita ad un'altra comunità.
IN DUE - All'inizio, a Valle Pezzata, erano in quindici, ora sono in due. Con Marco c'è Artur, un polacco di 41 anni che dopo aver girato mezza Europa ha deciso di fermarsi qui. Abitano distanti l'uno dall'altro ma conducono vite simili. Ogni tanto fanno capolino in paese, a Rocca Santa Maria, dove hanno un buon rapporto con la comunità locale, o girano per borghi suonando alle feste e alle sagre. Poi tornano nel loro Eden, rinunciando alla corrente elettrica per seguire i ritmi del sole. D'inverno dormono molto, d'estate meno. «Il mio corpo – spiega Marco - si sveglia quando non ha più la necessità di riposare. È la montagna che detta i tempi». E l'alimentazione? «Si basa sul selvatico, cioè su quello che ci offre spontaneamente la terra. Coltiviamo l'orto, seguendo i consigli degli anziani contadini, e l'acqua la prendiamo dal torrente. Pensa, noi qui non produciamo quasi rifiuti… altro che Napoli!». E mentre il mondo vive con il fiato sospeso per l'incubo default, Marco offre la sua versione della Storia: «Se ognuno eliminasse il superfluo e attraverso l'introspezione cominciasse a soddisfare i bisogni primari, capirebbe più facilmente cosa lo può appagare…».
CURRICULUM - Laureato in Econom
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