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4 mar 2011

L'arca Noah, rifugio anti-uragani La struttura galleggiante, se posizionata lungo il Mississippi, potrebbe ospitare e salvare 40 mila person


MILANO - Si chiama New Orleans Arcology Habitat (Noah) e secondo i suoi progettisti (che hanno iniziato a pensare all'avveniristica costruzione dopo il passaggio di Katrina nel 2005), se venisse posizionata lungo le rive del Mississippi sarebbe in grado di proteggere i suoi abitanti dagli effetti devastanti di un uragano. Noah è il nome che gli anglosassoni assegnano a Noè, il patriarca biblico che salvò tutte le specie animali dal diluvio universale, ma l'arcologia non ha a che fare con la mitica arca, essendo un neologismo (creato negli anni Sessanta dall'architetto italiano Paolo Soleri) composto dalle parole architettura ed ecologia. Il suo significato si riferisce dunque al concetto di un enorme edificio in grado di mantenere un'ecologia interna a fronte di una densità abitativa estremamente alta.

NOAH - Il Noah è una futuristica struttura alta più di 350 metri con una superficie di oltre 9 milioni di metri quadrati, in grado di ospitare 40 mila persone. Al suo interno troverebbero posto ventimila appartamenti, tre hotel, scuole, negozi, uffici, giardini e casinò, ma anche un ospedale, speciali ascensori per il «pendolarismo verticale» e tapis roulant per i pedoni. Grazie alla sua forma triangolare e al fatto di essere costruita con speciali pannelli anti-uragano, la struttura della città galleggiante sarebbe in grado di lasciarsi attraversare dai fortissimi venti delle tempeste, limitandone gli effetti distruttivi e proteggendo la popolazione. Ma nelle intenzioni dei suoi ideatori, Noah sarà anche un città eco-friendly: ecco allora turbine eoliche e idriche per la produzione di energia, sistemi di recupero e storaggio dell'acqua potabile, dispositivi di riscaldamento e di condizionamento eco-compatibili e depurazione delle acque nere. La città inoltre è progettata per galleggiare in una posizione fissa all'interno di un bacino largo 365 metri e profondo quasi ottanta.

TRE PUNTI FONDAMENTALI - Secondo il capo-progetto Kevin Schopfer «la prima sfida è quella di superare i danni psicologici e fisici causati dagli eventi naturali. La necessità di fornire un ambiente sicuro e stabile è fondamentale per garantire un recupero a lungo termine e per il benessere economico della città intera. Il secondo punto da affrontare è che New Orleans è stata in gran parte edificata a livello del mare, quando non al di sotto, condizione che la rende particolarmente incline a subire inondazioni e onde di tempesta. Il terzo problema infine è rappresentato dal terreno sul quale poggiano le fondamenta gli edifici cittadini: un suolo morbido costituito da argilla e sabbia che ostacola la costruzione di grandi strutture».

L'arca Noah                        

L'URAGANO KATRINA - Il 29 agosto 2005 si abbatté sulle coste statunitensi affacciate sul Golfo del Messico l'uragano Katrina. Accompagnato da venti a 205 km/h, causò devastazioni nello stato della Louisiana, allagando quasi completamente la città di New Orleans, dove si registrarono i maggiori danni alle infrastrutture e il più elevato numero di vittime. Quasi in tutti gli argini dell'area metropolitana di New Orleans si crearono delle brecce non appena l'uragano passò a est della città, inondando l'80 per cento dell'area metropolitana e molte zone vicine.

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