IL MESSAGGIO DI BENEDETTO XVI AL PRESIDENTE NAPOLITANO PER IL 17 MARZO
Benedetto ricorda la «Conciliazione» cita Gobetti: «Cattolici decisivi per la formazione della Nazione»
Papa Benedetto XVI e il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in una foto di archivio (Ansa) |
PENSIERO FILOSOFICO - Così continua Ratzinger: «Per il pensiero filosofico, politico ed anche giuridico risalta la grande figura di Antonio Rosmini, la cui influenza si è dispiegata nel tempo, fino ad informare punti significativi della vigente Costituzione italiana. E per quella letteratura che tanto ha contribuito a "fare gli italiani", cioè a dare loro il senso dell'appartenenza alla nuova comunità politica che il processo risorgimentale veniva plasmando, come non ricordare Alessandro Manzoni, fedele interprete della fede e della morale cattolica; o Silvio Pellico, che con la sua opera autobiografica sulle dolorose vicissitudini di un patriota seppe testimoniare la conciliabilità dell'amor di Patria con una fede adamantina. E di nuovo figure di santi, come san Giovanni Bosco, spinto dalla preoccupazione pedagogica a comporre manuali di storia Patria, che modellò l'appartenenza all'istituto da lui fondato su un paradigma coerente come san Giovanni Bosco, spinto dalla preoccupazione pedagogica a comporre manuali di storia Patria, che modellò l'appartenenza all'istituto da lui fondato su un paradigma coerente con una sana concezione liberale: cittadini di fronte allo Stato e religiosi di fronte alla Chiesa».
CONCILIAZIONE - Il processo di unificazione del Paese, sostiene il Papa, provocò effetti laceranti nella coscienza di molti cattolici, divisi fra appartenenza ecclesiale e fedeltà alla nuova cittadinanza, in quanto pose il problema della sovranità temporale dei Papi. «La costruzione politico-istituzionale dello Stato unitario - scrive Benedetto XVI - coinvolse diverse personalità del mondo politico, diplomatico e militare, tra cui anche esponenti del mondo cattolico. Questo processo - prosegue il testo - in quanto dovette inevitabilmente misurarsi col problema della sovranità temporale dei Papi (ma anche perché portava ad estendere ai territori via via acquisiti una legislazione in materia ecclesiastica di orientamento fortemente laicista), ebbe effetti dilaceranti nella coscienza individuale e collettiva dei cattolici italiani, divisi tra gli opposti sentimenti di fedeltà nascenti dalla cittadinanza da un lato e dall'appartenenza ecclesiale dall'altro». Si deve riconoscere, afferma ancora Benedetto XVI che se fu il processo di unificazione politico-istituzionale a produrre quel conflitto tra Stato e Chiesa che è passato alla storia col nome di "Questione Romana", suscitando di conseguenza l'aspettativa di una formale "Conciliazione", nessun conflitto si verificò nel corpo sociale, segnato da una profonda amicizia tra comunità civile e comunità ecclesiale».
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