INTERVENTI TELEFONICI: «IO CORAGGIOSO E TEMERARIO, FORSE ANCHE EROICO E MATTO»
Il premier e la responsabilità dei magistrati: «Se sbagliano devono pagare». Il ministro: «Proporrò il ritiro della norma transitoria sul processo breve»
MILANO - «L'autonomia dell'azione penale secondo la legge significa solo che anche i pm sono cittadini come gli altri e devono rispettare le norme e le priorità che sono indicate dal Parlamento». Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, intervenendo telefonicamente ad una convention del Pdl a Torino a sostegno del candidato sindaco Michele Coppola. E sempre parlando della riforma della giustizia: «La responsabilità civile dei magistrati se sbagliano è quella che devono pagare, perché questo è il minimo richiesto in uno stato di diritto», e inoltre «le carriere separate di giudici e magistrati esistono in tutto il mondo, sono la regola. Quindi non c'è nulla in questa riforma che possa far gridare allo scandalo o suscitare indignazione».
«SONO CORAGGIOSO E TEMERARIO» - «Tutte le persone sagge e con la testa sulle spalle mi hanno detto: non presentare adesso la riforma della giustizia perché altrimenti chissà cosa ti fanno. Io invece, avendo ritenuto di aver raggiunto una maggioranza in grado di farla, ho detto: non mi importa niente. Sono coraggioso e temerario, forse anche un po' eroico e matto, e ho detto: variamo subito questa importante riforma. E così abbiamo fatto nel Consiglio dei ministri straordinario di giovedì». Berlusconi ha ribadito che la riforma della giustizia «non è una forzatura» ma un impegno ad adeguare l'Italia a quanto avviene in altre parti del mondo.
«ESODO BIBLICO» - Intervenendo telefonicamente ad una manifestazione della Democrazia cristiana del segretario Giuseppe Pizza a Catania, Berlusconi ha parlato anche della crisi in Nordafrica: «In questo momento, con alle porte un possibile esodo biblico dal Nordafrica che arriva verso di noi e verso l'Europa, ci sarebbe bisogno di una forte coesione nazionale e di una comune assunzione di responsabilità. Invece le nostre opposizioni stanno davvero offrendo, ancora una volta, uno spettacolo sconsolante». Berlusconi si è detto comunque sicuro della maggioranza in Parlamento: «Oggi rispetto a prima possiamo contare su una maggioranza che è numericamente meno ampia. Vi anticipo che penso che possiamo arrivare oltre i 330 alla Camera, ma è una maggioranza politicamente più coesa e che sono sicuro consentirà al governo di fare un enorme salto di qualità per quanto riguarda la realizzazione delle riforme ed in generale per la produzione delle leggi».
LA SPALLATA - «La sinistra ha coniato lo slogan "piazza continuA": passa da una manifestazione all'altra e spera di dare al governo, attraverso la piazza, quella spallata che non è riuscita a dare in Parlamento», ha detto in un altro passaggio Berlusconi. «Credo che così facendo la sinistra si sta condannando a una definitiva marginalità e anche ad altri lunghi anni di opposizione, perché la politica ha un senso se riesce a dare risposte positive e concrete ai cittadini».
BERSANI: IL FUTURO SIAMO NOI - Pier Luigi Bersani, da Abano Terme, replica a caldo alla frase di Berlusconi «lunghi anni di opposizione»: «Io la penso all'opposto - dice il segretario Democratico - credo invece che il suo sia un tramonto, purtroppo pericoloso per il Paese, perché non riusciamo ad affrontare nessuno dei problemi di questo Paese, e perché vediamo picconate ai presidi democratici e costituzionali». «Noi non stiamo lavorando contro - tiene a ribadire Bersani - stiamo lavorando oltre. Stiamo lavorando per un progetto per un risveglio italiano. Per noi si tratta di fare opposizione ma anche di costruire un progetto per il futuro. Il futuro siamo noi, non è lui».
ALFANO: NON TEMO RITORSIONI - Sempre di riforma della Giustizia ha parlato il ministro Angelino Alfano, rispondendo alle domande di Lucia Annunziata alla trasmissione «In mezz'ora». L'apertura più importante, politicamente, è quella che riguarda il processo breve e la possibilità che diventi una norma «ad personam» pro berlusconi: «Proporrò il ritiro della norma transitoria sul processo breve». Alla domanda se tema ritorsioni giudiziarie, ha risposto: «Assolutamente no. Non temo le intercettazioni neanche se mettono una microspia tra un neurone e l'altro, i reati neanche li penso, e poi non riesco a immaginarmi dei magistrati che si vendicano per via giudiziaria di un provvedimento di riforma». E parlando del pm Ingroia, che «ha scelto di scendere in piazza in una manifestazione contro il Governo»: «Figuriamoci se inizio un provvedimento disciplinare contro il pm Ingroia. Per quanto mi riguarda non esiste, non chiederei mai a un magistrato di dimettersi. Il Presidente della Repubblica e quello della Cassazione hanno sempre detto che i magistrati devono essere indipendenti oltre che apparirlo». Quando Ingroia venne nominato Procuratore aggiunto a Palermo, ricorda il ministro, «furono presentati molti ricorsi e io scelsi di nominarlo ugualmente. In questo momento la politica non deve farsi prendere da un eccesso di passione, la riforma della giustizia ha bisogno di tenacia e perseveranza».
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