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19 feb 2011

Come funzionano le slot machine?

Châtillon ha vietato l'utilizzo delle slot machine sul territorio comunale. Di che apparecchi si tratta?
Sono un sistema di gioco d'azzardo elettronico molto comune nei casinò e ultimamente anche in bar, tabaccai e ricevitorie. Le macchine di nuova generazione vengono chiamate «new slot» e possono pagare al massimo 100 euro a fronte di una puntata minima di 50 cent. La loro definizione è descritta nell'art. 110 comma 6A del Testo unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (Tulps) introdotto nel 2008.

In che cosa si differenziano dalle vecchie macchinette?
Gli apparecchi legali di nuova generazione devono essere accompagnati da due nulla osta: quello di distribuzione (indicante il costruttore della macchina) e quello di messa in esercizio (con riferimento al gestore proprietario dell'apparecchio). Entrambi i certificati di idoneità sono forniti dall'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato (Aams). Inoltre le nuove macchine omologate hanno un sistema di sicurezza per evitare frodi ai danni dello Stato e del giocatore.

Quanti giocatori ci sono in Italia?
La stima è di oltre 26 milioni di persone, pari al 66% della popolazione maggiorenne, e il trend è in aumento dell'8-9% annuo. Crescono le new slot, le lotterie istantanee (Gratta e vinci, Win for life ecc.) e i giochi online, attualmente preferiti dal 3,5% degli adulti (specie il videopoker). In calo invece Lotto, Totocalcio e scommesse ippiche.

Qual è il giro di affari complessivo?
Nel 2010 per giochi d'azzardo e scommesse gli italiani hanno speso più di 61 miliardi di euro (+13% rispetto al 2010), dei quali il 70% è stato però «recuperato» in vincite. In pratica ogni cittadino adulto si è giocato una media di 1200 euro l'anno, 100 ogni mese.

E lo Stato, quanto incassa?
Per l'erario i giochi sono una manna. Da quando nel 2003 i monopoli sono stati trasformati in azienda autonoma (Aams), il fisco ha incamerato la somma complessiva di 57 miliardi di euro. Da allora gli incassi sono quasi triplicati: dai 3,5 miliardi iniziali, agli oltre 9 nel 2010.

Quali sono i giochi che garantiscono il gettito più cospicuo all'erario?
Proprio le slot machine di nuova generazione, che assicurano allo Stato un'entrata di circa 4 miliardi di euro. L'altro filone d'oro è rappresentato dal Gratta e vinci, che nel 2010 ha portato 1,6 miliardi di euro.

E quali sono le regioni in cui si gioca di più?
In assoluto quelle con i consumi più alti, dove cioè ci sono più risorse: Lombardia, Lazio, Emilia, Liguria, Marche. La provincia dove il virus del gioco è più marcato è Pavia, dove si giocano una media di 1364 euro l'anno. Ma la propensione varia di regione in regione a seconda del tipo di gioco: al Sud le lotterie, al Nord slot machine e game elettronici, in Toscana le scommesse ippiche.

Le slot machine possono ingenerare dipendenza?
Sì, come tutti i giochi d'azzardo. Anzi, assieme al poker, le new slot rappresentano il gioco a maggior rischio di «ludopatia» (nel 27% dei casi), per via della semplicità e velocità (anche di riscossione delle vincite) dei giochi stessi, che tra l'altro non implicano neppure interazione sociale.

Esiste un identikit del giocatore problematico?
Certo, le statistiche lo hanno fotografato. In totale sono circa 700 mila italiani (il 2,7% dei giocatori), tre su quattro sono maschi, la maggior parte fra i 35 e i 44 anni e l'incidenza è maggiore al Sud. Di questi, uno su cinque presenta altri problemi psicologici (esempio: la depressione) e il 14% soffre di altre dipendenze, come droga e alcool. La metà si gioca oltre 500 euro al mese e per far fronte ai debiti di gioco uno su due finisce per ricorrere alle finanziarie, uno su dieci finisce nelle mani dell'usura. A questo esercito di «dipendenti abituali» vanno aggiunti altri 7 milioni di italiani (il 26% dei giocatori) considerati a rischio più o meno alto.

Come si può fare per riconoscere la dipendenza da slot e giochi in generale?
Come tutte le dipendenze, è difficile rendersi conto di esserne affetti, anche perché i sintomi non sono permanenti ma possono comparire per poi svanire, alternando fasi di euforia e di depressione. L'abbaglio più comune è quello di essere convinti di essere sfortunati e di poter controllare la situazione rifacendosi in futuro. Ma il più delle volte non è così, anche perché spesso la patologia si associa, e si alimenta, con altri fattori psicologici di rischio personali.

Cosa fare per curarsi?
Ammettere il problema e seguire cure mirate presso centri specializzati: Sert (delle Asl), comunità terapeutiche, psicologi privati.

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