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9 dic 2010

Ue, maximulta a sei aziende asiatiche "Intese illegali sui prezzi di schermi Lcd"

L'annuncio del commissario europeo per la Concorrenza, Joaquin Almunia, riguarda le coreane Samsung e Lg, oltre a quattro società taiwanesi: AU Optronics, Chimei Innolux, Chunghwa Picture Tubes e HannStar Display. "Cartello" punito con una sanzione complessiva di 649 milioni. Samsung, che ha collaborato, non pagherà un euro

BRUXELLES - La Commissione europea ha inflitto una multa da 649 milioni di euro a sei aziende asiatiche costruttrici di schermi piatti a cristalli liquidi (LCD) per televisori e computer. L'accusa è di aver costituito un 'cartello' illegale dei prezzi che alterava la concorrenza. Lo ha annunciato il Commissario per la concorrenza, Joaquin Almunia. Si tratta in particolare di due giganti coreani, Samsung Electronics e Lg Display, e le taiwanesi AU Optronics, Chimei Innolux Corp., Chunghwa Picture Tubes e HannStar Display Corp.

Samsung, pur essendo la prima nella lista delle infrazioni, non pagherà un euro perché è stata la prima a fornire informazioni e a collaborare con le autorità europee, godendo quindi dei benefici previsti dalla Comunicazione sulla cooperazione della Commissione europea del 2002.

LG, che ha solo parzialmente collaborato, ha avuto una esenzione del 50% e dovrà comunque pagare 215 milioni di euro. AU Optonics (20% di sconto) dovrà versare 116,8 milioni. Chimei, alla quale non è stata riconosciuta alcuna riduzione, dovrà pagare 300 milioni di euro. Chunhwa pagherà 9,025 milioni di euro (con il 5% di sconto), HannStar 8,100 milioni.



"Le aziende straniere, come quelle europee, devono capire che se vogliono fare affari in Europa devono giocare pulito - ha detto Joaquim Almunia - . Le aziende colpite oggi erano consapevoli di infrangere le regole della concorrenza, ma andavano avanti nel pianificare la loro condotta illegale. L'unica comprensione che abbiamo mostrato è stata per quelli che si sono fatti avanti per denunciare il cartello e fornire le prove della sua esistenza".

Il riferimento è alla Samsung, grazie alle cui ammissioni l'Unione europea ha scoperto che per oltre quattro anni i dirigenti delle sei compagnie si sono incontrati per una sessantina di volte, per lo più in alberghi di Taiwan, per mettersi d'accordo sui prezzi, compresi il loro 'range' e i minimali, ma non solo: in quelli che chiamavano 'Crystal meetings' si scambiavano anche i piani di produzione futura, informazioni sull'utilizzo della capacità produttiva, sulle prezzature e sulle politiche commerciali.

La procedura che ha portato alla megamulta di oggi è stata avviata nel maggio 2009. "Il fatto che si incontrassero fuori dell'Unione europea - ha aggiunto Almunia - non è una scusa". Il commissario ha ricordato che quella di oggi è la settima decisione del 2010 contro i 'cartelli' e che le multe inflitte quest'anno sono state di poco superiori a complessivi 3 miliardi di euro. Nel maggio scorso la stessa Samsung si è vista infliggere 145,728 milioni di euro di sanzione per aver fatto cartello sulle D-Ram con Micron, Hynix, Infineon, NEC, Hitachi, Mitsubishi, Toshiba, Elpida e Nanya.

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