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11 dic 2010

La procura di Roma indaga sul «mercato» dei deputati

Dopo lo scontro politico, l'inchiesta. La presunta compravendita di parlamentari in vista del voto di fiducia al governo il 14 dicembre finisce nel mirino della Procura di Roma. Da quasi un mese, infatti, i magistrati della capitale indagano sottotraccia sulla vicenda. Il fascicolo d'inchiesta, si è appreso ieri da fonti del palazzo di giustizia, era stato aperto d'ufficio sulla base di articoli di stampa. Si tratta di un modello 45, senza ipotesi di reato né indagati. Un secondo, analogo fascicolo è stato aperto sulla base di un esposto presentato ieri dal leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, che si è presentato a piazzale Clodio per consegnare tutta la documentazione direttamente nelle mani del procuratore capo, Giovanni Ferrara. Nell'esposto Di Pietro punta il dito soprattutto sulla decisione di due parlamentari dell'Idv, Domenico Scilipoti e Antonio Razzi, di passare al movimento Noi Sud, vicino alla maggioranza di Governo, ipotizzando diversi illeciti, tra cui il reato di corruzione.
Di Pietro ha allegato all'incartamento diversi articoli di stampa, comprese alcune interviste rilasciate dai due deputati, riservandosi di presentare quanto prima una memoria più articolata e circostanziata. La denuncia del leader dell'Idv andrà adesso a integrare gli accertamenti che già erano stati avviati dal procuratore aggiunto Alberto Caperna per valutare la configurabilità di ipotesi di reato. Va tuttavia aggiunto che finora, come si fa notare in Procura, non esistono precedenti giurisprudenziali in tal senso, vista la difficoltà di dimostrare la corruzione in relazione al voto espresso dai parlamentari, che non hanno vincoli di mandato.
«Ho sentito il dovere di informare la procura – ha detto Di Pietro - dei fatti gravissimi che stanno avvenendo in Parlamento. A mio avviso ci troviamo in presenza di fatti gravi, penalmente rilevanti». Ma la reazione del Pdl è stata di pari portata. Il partito di maggioranza presenterà una denuncia alla procura di Roma perché «venga fatta luce anche su tutti quei casi in cui sono stati altri partiti ad acquisire i nostri parlamentari» come affermano in una nota i coordinatori del Pdl Sandro Bondi e Denis Verdini.

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