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11 dic 2010

Il Pd in piazza: "Ora una nuova Italia"

L'opposizione tenta la spallata
ma trema per il Berlusconi-bis
La Bindi: sarà cartellino rosso

ROMA
Il Pd chiama il suo popolo in piazza, riempie piazza San Giovanni ma il pensiero di tutti corre a martedì, quando si voterà la sfiducia al governo Berlusconi.

I leader sono tutti a piazza San Giovanni, uniti almeno per oggi, il popolo sventola bandiere del Pd e slogan contro il governo. «Qui c’è l’Italia di domani» assicura il segretario Pier Luigi Bersani.

Ma i pensieri di tutti, insieme alla domande dei giornalisti, sono tutte sul voto cruciale del 14 dicembre.

C’è chi, come Rosy Bindi, ostenta sicurezza e si dice certa che martedì ci sarà il «cartellino rosso» per il governo, ma a mezza bocca molti, soprattutto fra i deputati, cominciano a temere che il governo avrà la fiducia.

La premessa è che il Pd sarà compatto, nonostante la «battaglia mediatica» della maggioranza che ha seminato il dubbio sul comportamento di voto di alcuni democratici. Ci pensa Franco Marini a chiarire: «siamo tutti qui senza ambasce su come votare». «Ma il governo rischia di farcela, anche se solo per uno o due voti» spiega chiedendo il più totale anonimato un parlamentare Pd. «Siamo sereni, non sarà un voto compravenduto a cambiare la situazione» dà la linea il segretario.

Gli fa eco Walter Veltroni: «anche se prende due-tre voti in più, il governo non ce la fa a reggere la situazione e a fare le riforme». «Non cambia nulla» concorda Beppe Fioroni.

Dario Franceschini ostenta un sorriso ed estrae dalla tasca un foglio con i calcoli dei voti di maggioranza e opposizione: «non fatevi confondere dalla propaganda di Berlusconi». Dunque certezze non ce ne sono, se non che una stagione sta finendo.

In caso di sfiducia, ragionano alcuni parlamentari, Berlusconi si dovrebbe dimettere e si potrebbe mettere in campo il tentativo di dar vita ad un governo di transizione. Se invece il governo avesse la fiducia, per pochi voti, «non potrebbe chiedere le elezioni, ma dal giorno dopo in parlamento ci sarebbe il Vietnam e il governo prima o poi cadrebbe».

Il vero spettro, per il Pd, è il Berlusconi bis, cioè l’allargamento della maggioranza, ma di questo nessuno vuole parlare: mercoledì è un altro, giorno, si vedrà.

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