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8 dic 2010

Cameron Diaz: «Faccio l'attrice perchè amo ridere e far ridere»

Protagonista di «The Green Hornet» di Michel Gondry sul super-eroe Calabrone verde in cui recitò Bruce Lee

Cameron Diaz in una scena di 'The Green Hornet'
Cameron Diaz in una scena di "The Green Hornet"

«Amo ridere e amo far ridere». Che la filosofia di vita di Cameron Diaz non fosse votata alla mortificazione, è qualcosa che in pochi dei suoi fan mettono in dubbio. E anche nella trasferta romana - in occasione della presentazione del nuovo film The green Hornet di Michel Gondry, megaproduzione Sony dedicata al Calabrone verde, un supereroe che di professione fa l'editore di giornali (è nato negli anni Trenta, oggi a nessuno sceneggiatore verrebbe in mente) - la Diaz fa grande sfoggio di sorrisi e risate. «Scusate sono un po' elettrica, amo il caffè ma ne ho già bevuti troppi». Il film, girato da uno dei più venerati registi del cinema indipendente di questi anni, il francese ormai americano d'adozione Michel Gondry (Se mi lasci ti cancello, uno dei suoi film più amati), è incentrato sulla figura di Britt Reid, rampollo di un magnate dei media di Los Angeles che, quasi suo malgrado, si trova a combattere il crimine al fianco di un fido e imprevedibile impiegato dell'azienda paterna, Kato (Jay Chou). La Diaz è Lenore Case, nuova segretaria molto tuttofare di Reid.

SUEREROI - «Ho accettato di girare un film sui supereroi perché me l'hanno chiesto loro due, sono una grande ammiratrice di entrambi», spiega, riferendosi a Seth Roger (nuovo beniamino del filone comico-dmenziale Usa, che ha anche co-sceneggiato il film) e a Michel Gondry. «Certo, c'è davvero tanta azione anche se io ne faccio davvero poca». Il film uscirà nel 2011, in 3D utilizzato da Gondry «in modo molto creativo, come uno strumento in più». Il Calabrone verde era il protagonista di una serie radiofonica degli anni Trenta, ai tempi della Grande Depressione, quando la gente agognava l'arrivo di un salvatore, poi tornato in auge grazie a una serie tv del 1960 con Bruce Lee, allora sconosciuto negli Usa. «Oggi», avverte Gondry «è meglio che soprattutto i giovani pensino a come cavarsela da sola».

Michel Gondry, Seth Rogen, Cameron Diaz, Christoph Waltz
Michel Gondry, Seth Rogen, Cameron Diaz, Christoph Waltz
«FORTUNATA» - Ma il fascino dell'eroe risolvi-tutto è sempre vivo, ammette la Diaz. « Chi sono oggi i veri super-eroi? Mi piacciono le persone che come Bono, Bill Gates e Clinton mettono a disposizione le loro risorse per aiutare gli altri». Martin Scorsese, i fratelli Farrely, Spike Jonze, Steven Spielberg, Terry Gillian: il catalogo dei registi per cui l'attrice di San Diego, classe 1972 ha lavorato è da applausi.«Sono e continuo ad essere molto fortunata, ha fatto dei bei film che la gente ama andare a vedere. La popolarità che ne è scaturita è qualcosa che mi fa piacere: incontro gente che è sempre molto ben disposta verso di me, molto gentile, mi fa sentire come se e avessi tanti amici in giro per il mondo. Certo», riflette, «non direi lo stesso se qualche fan mi avesse dato fastidio..». In quanto all'età, ossessione quotidiana di tante sue colleghe, lei dichiara di esserne, almeno per ora, immune. «Non me ne preoccupo troppo. Certo, a 37 anni non cerco i ruoli che accettavo a vent'anni. Spero che il cinema mi permetta di evolvere, come evolvo nella vita». Considerando l'avarizia con Hollywood concede bei ruoli alle over-40 che non chiamano Meryl Streep, c'è il rischio che un giorno anche Cameron abbia bisogno dell'aiuto di un supereroe.

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