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18 nov 2010

Veltroni: ''Pd cambi rotta o destino a rischio. Sbagliato dividersi sulle alleanze''

Roma, 18 nov. (Adnkronos/Ign) - "La perdita della vocazione maggioritaria del Pd puo' comportare rischi molto forti per il destino del partito del riformismo italiano". Lo afferma, intervistato dal 'Corriere della Sera', Walter Veltroni, secondo il quale "se il Pd rinuncia a questa ambizione, se rinuncia a dire alla societa' italiana che la vuole portare fuori dal tunnel dove si trova da tempo immemorabile, il Pd non e' se stesso".


"Se il Pd si trasforma in una forza a fatica distinguibile, se rinuncia al suo essere piu' com'e' il Partito laburista inglese o il Partito democratico americano che come sono i partiti socialisti europei, non ce la fara' -sottolinea Veltroni- a costruire l'alternativa di cui l'Italia ha bisogno".

"La cosa piu' grave che possa accadere al Pd -rileva Veltroni- e' dividersi tra chi sostiene che bisogna allearsi con Vendola e Di Pietro e chi con Fini e Casini. Solo il fatto che si discuta di questo contraddice il progetto originario, secondo cui dovevano essere gli altri a discutere se allearsi con noi. Il Pd non ritrovera' il consenso perduto se non ritorna centrale, se non individua le grandi frontiere di innovazione necessarie all'Italia. Su quelle vediamo chi c'e'".

"Io -spiega Veltroni- sono per un'alleanza allargata programmaticamente a chi ci sta. Non cadiamo nel vizio da prima Repubblica di discutere prima di alleanze che di cose, e in primo luogo di precarieta' e legalita', ma anche di ambiente e scuola. Questi sono i temi su cui il Pd deve ritrovare una fortissima capacita' di innovazione per rappresentare il perno di un'alleanza piu' vasta possibile in vista delle elezioni: e' evidente che non possiamo essere solo noi. Non invoco ne' l'autosufficienza ne' l'isolamento.

Il punto e' la centralita', e' se sei tu ad indicare la frontiera su cui costruire l'alternativa".E Vendola? "Non ho paura -risponde Veltroni- di avere altri alla mia sinistra. Se Nichi ha successo e' un bene, a condizione che il Pd, forza di centrosinistra, sia capace di intercettare il voto degli astensionisti e i voti in uscita dal centrodestra, anziche' mettersi a fare lo stesso mestiere di Vendola. Lui puo' svolgere una funzione positiva: evitare che l'esasperazione di una radicalita' che rinuncia ad una sfida di governo porti ad una posizione minoritaria ed ininfluente".E i 'rottamatori' di Renzi? "L'innovazione e' sempre benedetta e benvenuta. Ma si fa con il coraggio di scelte politiche, non agitando l'esigenza di cambiamento di per se stessa. Quando noi andammo oltre il Pci, non pensammo di 'rottamare' Tortorella o Chiaromonte; chiedemmo di dar vita a qualcosa di nuovo. E lo facemmo -conclude Veltroni- consentendo a quella sinistra, nella coalizione dell'Ulivo, di governare per la prima volta in Italia".

VELTRONI: ''CHI VUOLE LE ELEZIONI E' NEMICO DELL'ITALIA''

"Chi vuole le elezioni e' nemico dell'Italia" dice al 'Corriere' Veltroni, che pone l'accento sull'allarme lanciato da Van Rompuy sulla crisi dell'Ue e sottolinea come il nostro Paese arrivi al momento critico "con tutti gli indicatori negativi". "Ci attendono -insiste Veltroni- manovre di rientro dal debito molto forti, sento parlare di 45 miliardi di euro per la prossima primavera. In queste condizioni, l'idea di elezioni anticipate e' un'idea da nemici dell'Italia".

E quello anticipato "sarebbe un voto dall'esito incerto. Nessuno degli schieramenti sarebbe in grado di garantire la modernizzazione e la stabilizzazione necessaria. Rischiamo -prosegue Veltroni- di perdere sei mesi per ritrovarci in uno stallo peggiore di quello di oggi. Questo governo e' finito. E' finito -sottolinea Veltroni- il ciclo politico di Berlusconi, per quante manovre e campagne acquisti possa tentare. Si deve dar vita ad un governo di responsabilita' istituzionale, che non sia un ribaltone ma che raccolga tutte le forze in Parlamento preoccupate di questa condizione del tutto particolare in cui versano l'Italia e l'Europa, e delle conseguenze sociali sugli italiani che si impoveriscono, sulle aziende che chiudono".

Un governo che, "come il governo Ciampi, rassereni e dia sicurezza al Paese, cambi la legge elettorale, prepari il terreno ad una dialettica di tipo europeo tra schieramenti diversi". Un governo "che non dovrebbe durare certo un mese". E chi dovrebbe guidarlo? "Ho fatto il nome di Ciampi non per caso. Non necessariamente deve essere la persona che occupa lo stesso ruolo. Ma persone con quella cifra, quella autonomia, quell'indipendenza, esistono. L'Italia -conclude Veltroni- e' molto migliore di come oggi la si rappresenta".

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