«C'è grande potenzialità per una stampa di qualità veicolata attraverso questi nuovi strumenti – sostiene la ricerca – in grado di diffonderla con modalità di fruizione altrettanto valide rispetto a quelle attuali». E del resto «siamo nell'I-life, in un nuovo stile di vita dove la I suona come la prima persona singolare dell'individualismo di massa contemporaneo – ha detto nella sua introduzione Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente dell'Upa – e i tablet sono un vero e proprio cambio di paradigma nella fruizione dei contenuti editoriali».
La ricerca suggerisce che l'avvento dei tablet sia paragonabile, come portata innovativa, a quello della televisione negli anni Cinquanta: «Una porta d'accesso magica a un'altra dimensione dove ci si lascia sedurre volentieri dai contenuti. Anche da quelli pubblicitari perché gli spot, attraverso questi strumenti, aumentano il loro impatto diminuendo la propria invasività», spiega la ricerca.
Banda larga e wifi sono però le condizioni necessarie per lo sviluppo di questo medium innovativo e Sassoli de Bianchi si augura che il secondo si diffonda nei luoghi pubblici e soprattutto nelle scuole. I tablet hanno semplificato il web e hanno reso un'esperienza «esteticamente affascinante» la lettura della carta stampata, ma l'approccio vincente sarà «l'interazione tra tutti i media, un completamento che va nella direzione della contaminazione creativa».
Infine l'uso del tablet in maniera «emotivamente integrata in casa e in famiglia», piuttosto che in mobilità, lo hanno reso più vicino alla centralità della televisione di quanto ci si potesse aspettare. La ricerca conclude che i tablet sono degli «esaltatori di contenuti» e, in quanto tali, possono costituire anche dei veicoli ideali per la pubblicità, associata a un contesto «sempre più qualificato e di spessore».
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