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8 nov 2010

«State troppo su Facebook» Carabiniere uccide la figlia

UNABANALEdiscussione con i figli adolescenti per Facebook, poi la follia. Lucio Domenico Cappelli, 40 anni, maresciallo dei carabinieri in forze presso la stazione di Subiaco, attorno alle 18,45 di ieri ha preso la pistola d’ordinanza e ha fatto fuoco. I colpi hanno raggiunto, e ucciso sul colpo, una ragazzina di 13 anni e hanno ferito in modo grave la sorella di 15. Poi il carabiniere si è tolto la vita. Un terzo figlio dell’uomo è riuscito a scappare dall’appartamento di via XX Settembre e si è salvato. La moglie del maresciallo, insegnante, in quel momento non era in casa. La donna, sotto choc, è stata ascoltata a lungo in caserma nella notte per riuscire a capire le ragioni della follia che ha seminato morte in una famiglia «normale». I COLLEGHI di maresciallo Cappelli non riescono a spiegarsi quanto avvenuto: lui si era sempre mostrato come una persona seria e attenta, un militare «irreprensibile ». Anche ieri, come tutti i giorni, aveva lavorato e nel tardo pomeriggio aveva fatto rientro nel proprio appartamento. Il militare da circa un anno prestava servizio al nucleo operativo della compagnia di Subiaco. Ma prima, per un lungo periodo, era stato impiegato presso il Centro di reclutamento nazionale dell’Arma. Un ruolo affidatogli proprio per le sue capacità e il suo equilibrio. SECONDOalcuni testimoni, Cappelli aveva avuto, nei giorni scorsi, un diverbio con i figli per un uso di Internet, e in particolare di Facebook, che riteneva eccessivo. La preoccupazione per la facilità con cui i ragazzi, soprattutto le due ragazze di 13 e 15 anni, interagivano sul social network, aveva provocato in passato qualche malumore. «Ma non più di quanto avviene normalmente nelle case delle famiglie italiane», ha commentato un investigatore. Non sarebbe questa, per gli inquirenti, la causa scatenante del «corto circuito» che ha portato il maresciallo a fare fuoco contro la propria famiglia. La lite, secondo il racconto di alcuni testimoni, sarebbe iniziata via telefono. Poi, al rientro a casa del padre, sarebbe proseguita assumendo toni sempre più drammatici. Forse perché l’uomo aveva sorpreso le figle di nuovo davanti al computer. La ragazza di 15 anni, soccorsa, è stata trasferita nell’ospedale di Subiaco in codice rosso. Ha gravi ferite alle gambe e al torace. La sorellina di 13, centrata da un proiettile al capo, è morta sul colpo.

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